Guida di Gabriele

Gabriele
Guida di Gabriele

Le Guide ai Quartieri

Quartiere storico di palermo, caratterizzato dalla presenza del mercato del Capo e di negozi caratteristici come quelli dei tessuti. Il quartiere è molto tranquillo ed al suo interno vi sono numerosi ristoranti e punti d’attrazione come bar e locali notturni.
7 persone del luogo consigliano
Capo
7 persone del luogo consigliano
Quartiere storico di palermo, caratterizzato dalla presenza del mercato del Capo e di negozi caratteristici come quelli dei tessuti. Il quartiere è molto tranquillo ed al suo interno vi sono numerosi ristoranti e punti d’attrazione come bar e locali notturni.
321 persone del luogo consigliano
Mercato del Capo
. Via Cappuccinelle
321 persone del luogo consigliano
Piazza caratteristica di Palermo in pieno centro storico a pochi passa dalla Vucciria. Soprattutto la sera per chi ama la movida vede La presenza di molto locali intorno la piazza, fattore che favorisce l’aggregazione di molte persone rendendola un punto di attrazione importante della città per chi vuole apprezzarne anche la vita notturna.
72 persone del luogo consigliano
Piazza San Carlo
15 Piazza Rivoluzione
72 persone del luogo consigliano
Piazza caratteristica di Palermo in pieno centro storico a pochi passa dalla Vucciria. Soprattutto la sera per chi ama la movida vede La presenza di molto locali intorno la piazza, fattore che favorisce l’aggregazione di molte persone rendendola un punto di attrazione importante della città per chi vuole apprezzarne anche la vita notturna.
Piazza Magione è una storica piazza di Palermo che di trova all’interno del quartiere denominato Kalsa. La piazza prende il nome dalla Basilica La Magione, ubicato sul lato Sud-Est. Il quartiere, frutto delle lottizzazioni rinascimentali del giardino della Magione, le cui origini sono ascrivibili alla cittadella della Kalsa sotto dinastia fatimida, era stato solo parzialmente danneggiato dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale.
Piazza Magione
Piazza Magione
Piazza Magione è una storica piazza di Palermo che di trova all’interno del quartiere denominato Kalsa. La piazza prende il nome dalla Basilica La Magione, ubicato sul lato Sud-Est. Il quartiere, frutto delle lottizzazioni rinascimentali del giardino della Magione, le cui origini sono ascrivibili alla cittadella della Kalsa sotto dinastia fatimida, era stato solo parzialmente danneggiato dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale.

Visite turistiche

Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, meglio noto come Teatro Massimo, di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d'Italia, e uno dei più grandi d'Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali circondano il teatro vero e proprio, formando un complesso architettonico di grandiose proporzioni. Per il teatro fu scelta un’area posta tra il nucleo antico della città e la nuova espansione settentrionale, quasi a voler sancire la continuità storica tra le due zone. Il teatro si fece posto tra gli antichi quartieri attraverso radicali demolizioni che interessarono, oltre a tratti della cinta muraria, il quartiere degli aragonesi, ad occidente, ed i complessi monastici di S. Giuliano e delle Stimmate. Il progetto vincitore del concorso, bandito nel 1864, fu quello di Giovan Battista Filippo Basile. Il teatro Massimo Vittorio Emanuele copre un’area di mq 7.730 ed è stimato il terzo teatro in Europa per estensione, dopo l’Operà National di Parigi e il Wiener Staatsoper di Vienna, capacità e requisiti tecnici. L’ingresso è caratterizzato da un colonnato esastilo su una monumentale gradinata; sulle sponde delle scale sono due opere in bronzo che rappresentano la Tragedia, di Benedetto Civiletti, e la Lirica, di Mario Rutelli. Compositamente il teatro presenta un corpo a due piani, disposto attorno alla sala, dietro cui si sviluppa il palcoscenico; due vestiboli circolari sporgono lateralmente. La sala, coperta da cupola, ed il palco, con tetto a falde, si innalzano esibendo la loro autonomia formale rispetto al contesto dell’edificio. La monumentalità dell’organismo architettonico fu assicurata dalla scelta dello stile classico “corinzio-italico”. Il teatro fu compiuto in più di vent’anni, dal 1875 al 1897; morto il progettista nel 1891, l’opera venne ultimata dal figlio Ernesto Basile a cui si deve la definizione esterna e la direzione delle opere di finitura interna. Queste comprendono l’arredo del vasto vestibolo d’ingresso, dove è posto il busto di Vincenzo Bellini, il fastoso allestimento del palco reale, della sala e dei cinque ordini di palchi. La volta della sala fu affrescata da Ettore De Maria Bergler e Rocco Lentini. Nel 1997 venne riaperto dopo un lunghissimo periodo d'abbandono iniziato nel 1974 per motivi di restauro procrastinato. Nel 1990 il teatro è stato lo scenario di alcune riprese del film Il padrino - Parte III di Francis Ford Coppola, con Al Pacino, in cui il Padrino Michael Corleone si reca a Palermo per assistere al debutto del figlio nella Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.
834 persone del luogo consigliano
Teatro Massimo
Piazza Giuseppe Verdi
834 persone del luogo consigliano
Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, meglio noto come Teatro Massimo, di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d'Italia, e uno dei più grandi d'Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali circondano il teatro vero e proprio, formando un complesso architettonico di grandiose proporzioni. Per il teatro fu scelta un’area posta tra il nucleo antico della città e la nuova espansione settentrionale, quasi a voler sancire la continuità storica tra le due zone. Il teatro si fece posto tra gli antichi quartieri attraverso radicali demolizioni che interessarono, oltre a tratti della cinta muraria, il quartiere degli aragonesi, ad occidente, ed i complessi monastici di S. Giuliano e delle Stimmate. Il progetto vincitore del concorso, bandito nel 1864, fu quello di Giovan Battista Filippo Basile. Il teatro Massimo Vittorio Emanuele copre un’area di mq 7.730 ed è stimato il terzo teatro in Europa per estensione, dopo l’Operà National di Parigi e il Wiener Staatsoper di Vienna, capacità e requisiti tecnici. L’ingresso è caratterizzato da un colonnato esastilo su una monumentale gradinata; sulle sponde delle scale sono due opere in bronzo che rappresentano la Tragedia, di Benedetto Civiletti, e la Lirica, di Mario Rutelli. Compositamente il teatro presenta un corpo a due piani, disposto attorno alla sala, dietro cui si sviluppa il palcoscenico; due vestiboli circolari sporgono lateralmente. La sala, coperta da cupola, ed il palco, con tetto a falde, si innalzano esibendo la loro autonomia formale rispetto al contesto dell’edificio. La monumentalità dell’organismo architettonico fu assicurata dalla scelta dello stile classico “corinzio-italico”. Il teatro fu compiuto in più di vent’anni, dal 1875 al 1897; morto il progettista nel 1891, l’opera venne ultimata dal figlio Ernesto Basile a cui si deve la definizione esterna e la direzione delle opere di finitura interna. Queste comprendono l’arredo del vasto vestibolo d’ingresso, dove è posto il busto di Vincenzo Bellini, il fastoso allestimento del palco reale, della sala e dei cinque ordini di palchi. La volta della sala fu affrescata da Ettore De Maria Bergler e Rocco Lentini. Nel 1997 venne riaperto dopo un lunghissimo periodo d'abbandono iniziato nel 1974 per motivi di restauro procrastinato. Nel 1990 il teatro è stato lo scenario di alcune riprese del film Il padrino - Parte III di Francis Ford Coppola, con Al Pacino, in cui il Padrino Michael Corleone si reca a Palermo per assistere al debutto del figlio nella Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.
Il teatro Politeama Garibaldi di Palermo, progettato dall’architetto Giuseppe Damiani Almejda è un armonioso e imponente edificio di stile pompeiano che si trova in piazza Ruggero Settimo, una delle piazze più belle e vivaci della città. Nella seconda metà del XIX secolo l’avvento della nuova borghesia alla ribalta della vita politica e sociale portò con sé nuove esigenze, a soddisfare le quali, si cominciarono a costruire decorosi quartieri oltre le mura, e si progettarono nel cuore della città grandi teatri cittadini: anche per sopperire alle deficienze dimensionali e strutturali dei quattro teatri stabili allora esistenti a Palermo: il teatro Carolino (già S. Lucia poi Bellini), il Santa Cecilia, il San Ferdinando e il Sant’ Anna.
336 persone del luogo consigliano
Politeama Garibaldi
2 Via Filippo Turati
336 persone del luogo consigliano
Il teatro Politeama Garibaldi di Palermo, progettato dall’architetto Giuseppe Damiani Almejda è un armonioso e imponente edificio di stile pompeiano che si trova in piazza Ruggero Settimo, una delle piazze più belle e vivaci della città. Nella seconda metà del XIX secolo l’avvento della nuova borghesia alla ribalta della vita politica e sociale portò con sé nuove esigenze, a soddisfare le quali, si cominciarono a costruire decorosi quartieri oltre le mura, e si progettarono nel cuore della città grandi teatri cittadini: anche per sopperire alle deficienze dimensionali e strutturali dei quattro teatri stabili allora esistenti a Palermo: il teatro Carolino (già S. Lucia poi Bellini), il Santa Cecilia, il San Ferdinando e il Sant’ Anna.
Il Museo Riso – Museo Regionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo ha sede dal 2005 nel settecentesco Palazzo Belmonte Riso, nel centro storico di Palermo. Il Museo Riso accoglie la collezione permanente d’arte contemporanea composta da opere realizzate, dagli anni Cinquanta a oggi, da artisti italiani e internazionali che lavorano o hanno lavorato in Sicilia, chiamati anche per specifici progetti. La collezione è, dunque, caratterizzata dal il legame degli artisti e delle opere con l’isola. I diversi spazi espositivi del Museo, a cui si aggiungono quelli dell'Albergo delle Povere e della Cappella dell'Incoronata, ospitano costantemente mostre temporanee ed eventi nell’ottica della interdisciplinarità dei temi e dei linguaggi.
102 persone del luogo consigliano
Museum Palazzo Riso
365 Via Vittorio Emanuele
102 persone del luogo consigliano
Il Museo Riso – Museo Regionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo ha sede dal 2005 nel settecentesco Palazzo Belmonte Riso, nel centro storico di Palermo. Il Museo Riso accoglie la collezione permanente d’arte contemporanea composta da opere realizzate, dagli anni Cinquanta a oggi, da artisti italiani e internazionali che lavorano o hanno lavorato in Sicilia, chiamati anche per specifici progetti. La collezione è, dunque, caratterizzata dal il legame degli artisti e delle opere con l’isola. I diversi spazi espositivi del Museo, a cui si aggiungono quelli dell'Albergo delle Povere e della Cappella dell'Incoronata, ospitano costantemente mostre temporanee ed eventi nell’ottica della interdisciplinarità dei temi e dei linguaggi.
È una piazza storica di Palermo del Quartiere Kalsa. La piazza prende il nome dalla Basilica La Magione, ubicato sul lato Sud-Est. Il quartiere, frutto delle lottizzazioni rinascimentali del giardino della Magione, le cui origini sono ascrivibili alla cittadella della Kalsa sotto dinastia fatimida, era stato solo parzialmente danneggiato dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale. Prima della demolizione del quartiere ha vissuto qui la famiglia di Giovanni Falcone. Oggi in questo punto si trova una lapide commemorativa. Da qualche anno la Piazza viene utilizzata per commemorare Giovanni Falcone nella giornata del 23 maggio, anniversario della strage di Capaci del 1992, dato che il magistrato nacque e trascorse la sua infanzia in questo quartiere.
Piazza Magione
Piazza Magione
È una piazza storica di Palermo del Quartiere Kalsa. La piazza prende il nome dalla Basilica La Magione, ubicato sul lato Sud-Est. Il quartiere, frutto delle lottizzazioni rinascimentali del giardino della Magione, le cui origini sono ascrivibili alla cittadella della Kalsa sotto dinastia fatimida, era stato solo parzialmente danneggiato dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale. Prima della demolizione del quartiere ha vissuto qui la famiglia di Giovanni Falcone. Oggi in questo punto si trova una lapide commemorativa. Da qualche anno la Piazza viene utilizzata per commemorare Giovanni Falcone nella giornata del 23 maggio, anniversario della strage di Capaci del 1992, dato che il magistrato nacque e trascorse la sua infanzia in questo quartiere.
Il patrimonio storico artistico del Museo di Casa Professa è costituito da opere di pittura, scultura e arte decorativa proveniente dalla Chiesa del Gesù e dalla Casa annessa, da vari collegi siciliani della Compagnia, ma anche da donazioni private. Attraverso queste importanti opere d'arte è possibile ricucire la storia stessa dell'Ordine, la sua complessa cultura intrisa di profondi riferimenti simbolici, ma anche la storia stessa di Palermo e della sua identità religiosa. Il percorso museale si compone di quattro cappelle una più bella dell'altra, l'Abside centrale, la sacrestia, la Cripta e sei Sale in tre piani diversi, accessibili anche con un ascensore. Si chiede un contributo di 5 €. Se si vuole visitare solo le cappelle e le navate laterali 2 €.
178 persone del luogo consigliano
Chiesa del Gesù
21 Piazza Casa Professa
178 persone del luogo consigliano
Il patrimonio storico artistico del Museo di Casa Professa è costituito da opere di pittura, scultura e arte decorativa proveniente dalla Chiesa del Gesù e dalla Casa annessa, da vari collegi siciliani della Compagnia, ma anche da donazioni private. Attraverso queste importanti opere d'arte è possibile ricucire la storia stessa dell'Ordine, la sua complessa cultura intrisa di profondi riferimenti simbolici, ma anche la storia stessa di Palermo e della sua identità religiosa. Il percorso museale si compone di quattro cappelle una più bella dell'altra, l'Abside centrale, la sacrestia, la Cripta e sei Sale in tre piani diversi, accessibili anche con un ascensore. Si chiede un contributo di 5 €. Se si vuole visitare solo le cappelle e le navate laterali 2 €.
Il Palazzo Conte Federico è uno dei più vecchi e prestigiosi edifici di Palermo. Ubicato tra la Piazza Conte Federico e la Via dei Biscottari sopra le mura della città punica, è a pochi passi dal Palazzo Reale, dalla Cappella Palatina e dalla Cattedrale. La parte più antica del palazzo è una torre arabo-normanna del XII secolo. Denominata “Torre di Scrigno”, era posta sopra le mura a difesa della città e ne costituiva anche l’accesso con la porta di Busuemi che lambiva uno dei bracci di mare che allora si inserivano nella città. Oggi nella torre è possibile ammirare due bellissime finestre: una bifora normanna ed una finestra aragonese dove troviamo gli stemmi autentici della Città di Palermo, degli Svevi e degli Aragonesi che la governarono. Dal cortile interno, finemente decorato in pietra ad intaglio ad opera del grande architetto barocco Venanzio Marvuglia, ed attraverso la grande scala in marmo rosso si accede al piano nobile con i suoi numerosi saloni che rispecchiano le varie epoche attraverso le quali è passata la storia di questo palazzo. Nei vari saloni, arredati con mobili originali e quadri di insigni artisti dell’epoca, si possono ammirare i soffitti lignei dipinti del XVII secolo, gli affreschi settecenteschi del Vito D’Anna e del Gaspare Serenario e le varie collezioni di armi e di ceramiche antiche. Il palazzo è ancora al giorno d’oggi abitato dal Conte Alessandro Federico e dalla sua famiglia che trae le sue origini da Federico d’Antiochia, uno dei figli del grande Imperatore Federico II.
22 persone del luogo consigliano
Palazzo Conte Federico
2 Piazza Conte Federico
22 persone del luogo consigliano
Il Palazzo Conte Federico è uno dei più vecchi e prestigiosi edifici di Palermo. Ubicato tra la Piazza Conte Federico e la Via dei Biscottari sopra le mura della città punica, è a pochi passi dal Palazzo Reale, dalla Cappella Palatina e dalla Cattedrale. La parte più antica del palazzo è una torre arabo-normanna del XII secolo. Denominata “Torre di Scrigno”, era posta sopra le mura a difesa della città e ne costituiva anche l’accesso con la porta di Busuemi che lambiva uno dei bracci di mare che allora si inserivano nella città. Oggi nella torre è possibile ammirare due bellissime finestre: una bifora normanna ed una finestra aragonese dove troviamo gli stemmi autentici della Città di Palermo, degli Svevi e degli Aragonesi che la governarono. Dal cortile interno, finemente decorato in pietra ad intaglio ad opera del grande architetto barocco Venanzio Marvuglia, ed attraverso la grande scala in marmo rosso si accede al piano nobile con i suoi numerosi saloni che rispecchiano le varie epoche attraverso le quali è passata la storia di questo palazzo. Nei vari saloni, arredati con mobili originali e quadri di insigni artisti dell’epoca, si possono ammirare i soffitti lignei dipinti del XVII secolo, gli affreschi settecenteschi del Vito D’Anna e del Gaspare Serenario e le varie collezioni di armi e di ceramiche antiche. Il palazzo è ancora al giorno d’oggi abitato dal Conte Alessandro Federico e dalla sua famiglia che trae le sue origini da Federico d’Antiochia, uno dei figli del grande Imperatore Federico II.
Il Palazzo Reale o dei Normanni si trova a Palermo, ed è la più antica residenza Reale d’Europa. Ancora visibili, nei sotterranei visitabili, i resti dei primi insediamenti punici, ma la prima parte costruita risale alla dominazione araba nel IX secolo. I Normanni in seguito trasformarono il Castello nel centro nevralgico della loro monarchia e realizzarono quattro torri collegate tra loro da portici e giardini. Si deve a Ruggero II la costruzione di una magnifica cappella interna al palazzo, la “Cappella Palatina”, dedicata ai santi Pietro e Paolo e consacrata nel 1140. Il complesso era collegato in origine alla Cattedrale da una via coperta. Nel 1556 dopo la demolizione delle torri e il rifacimento dell’imponente facciata divenne dimora dei Vicerè spagnoli. Oggi il Palazzo svolge un’importante funzione direttiva, essendo sede dell’Assemblea Regionale Siciliana.
494 persone del luogo consigliano
Palazzo dei Normanni
1 Piazza del Parlamento
494 persone del luogo consigliano
Il Palazzo Reale o dei Normanni si trova a Palermo, ed è la più antica residenza Reale d’Europa. Ancora visibili, nei sotterranei visitabili, i resti dei primi insediamenti punici, ma la prima parte costruita risale alla dominazione araba nel IX secolo. I Normanni in seguito trasformarono il Castello nel centro nevralgico della loro monarchia e realizzarono quattro torri collegate tra loro da portici e giardini. Si deve a Ruggero II la costruzione di una magnifica cappella interna al palazzo, la “Cappella Palatina”, dedicata ai santi Pietro e Paolo e consacrata nel 1140. Il complesso era collegato in origine alla Cattedrale da una via coperta. Nel 1556 dopo la demolizione delle torri e il rifacimento dell’imponente facciata divenne dimora dei Vicerè spagnoli. Oggi il Palazzo svolge un’importante funzione direttiva, essendo sede dell’Assemblea Regionale Siciliana.
La reale imperiale Cappella Palatina è una basilica in stile siculo-normanno, fatta consacrare nel 1140 da re Ruggero II di Sicilia, e che si trova all'interno del complesso architettonico di Palazzo dei Normanni a Palermo. Insieme alla chiesa ipogea di S. Maria delle Grazie costituisce la Parrocchia S. Pietro Apostolo - Cappella Palatina. Dal 2015 è un sito Patrimonio dell'umanità mondiale dell'UNESCO, all'interno del percorso di Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale.
359 persone del luogo consigliano
Cappella Palatina
1 Piazza del Parlamento
359 persone del luogo consigliano
La reale imperiale Cappella Palatina è una basilica in stile siculo-normanno, fatta consacrare nel 1140 da re Ruggero II di Sicilia, e che si trova all'interno del complesso architettonico di Palazzo dei Normanni a Palermo. Insieme alla chiesa ipogea di S. Maria delle Grazie costituisce la Parrocchia S. Pietro Apostolo - Cappella Palatina. Dal 2015 è un sito Patrimonio dell'umanità mondiale dell'UNESCO, all'interno del percorso di Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale.
Il Castello della Zisa è uno dei capolavori Arabo-Normanni di Palermo, dal 2018 Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO. Riconosciuti come i protagonisti di una delle corti più ammirate del Medioevo, i sovrani normanni di Sicilia, accanto alla tradizionale fama di guerrieri, uniscono anche quella di committenti di prestigiosi e raffinati edifici civili e religiosi. Il gran conte Ruggero e i suoi discendenti nell’intento di creare “un paesaggio ideale”, realizzarono nella grande Piana di Palermo un’immenso Parco Reale. All’interno di questa vasta area, che si estendeva intorno alla città e comprendeva il territorio di Monreale e di Parco (l’odierna Altofonte) denominata poi “Genoardo” cioè Paradiso della terra, gli Altavilla promossero l’edificazione dei loro “Sollazzi Regi” (luoghi di delizie) splendide dimore di svago e di riposo circondate da magnifici giardini dalla vegetazione lussureggiante, padiglioni di caccia, laghi artificiali e peschiere. La storia Tra il 1165 e il 1180 viene portata a compimento da maestranze musulmane provenienti probabilmente da Sousse e da Kairouan, la più significativa espressione di tale tipologia di edifici, “la Zisa” , così detta dal termine arabo “El-Aziz” cioè la “Splendida”. L’imponente dimora, un’autentico gioiello di architettura islamica, fu eretta per volontà di Guglielmo I detto “il Malo”, il quale, ambiziosamente suggestionato dal fascino della regalità, voleva una reggia che superasse per comodità e perfezione artistica quelle edificate dal padre Ruggero II “..prese a fabbricare, presso Palermo, un palazzo di somma altezza, lavorato con mirabile artificio…” (Romualdo Salernitano). L’opera fu completata dal figlio Guglielmo II, come è testimoniato dall’iscrizione in caratteri “nàskhi“ nell’arco d’ingresso della Sala della Fontana nella quale si esalta il palazzo e colui che lo ha ultimato, chiamato con l’appellativo “Musta’izz” (bramoso di gloria), di cui si fregiava quest’ultimo sovrano. Il palazzo La Zisa, edificata con conci di pietra ben squadrati presenta un’impianto a forma di parallelepipedo di semplice geometria, interrotta ai fianchi da leggeri avancorpi turriti (le torri del vento). Distribuito orizzontalmente in tre elevazioni, ha il paramento murario esterno decorato da grandi arcate cieche ogivali a più rincassi. Nel fronte principale, rivolto a nord-ovest, si aprono i tre grandi fornici ogivali di accesso al palazzo, di cui quello centrale, più ampio, è sottolineato da una doppia ghiera ed è somontato dall’elegante stemma marmoreo della famiglia Sandoval. I due ordini superiori che interessano il fronte principale e i due fronti laterali erano dotati di finestre bifore con colonnina centrale e oculo nel pennacchio degli archi (oggi modificati). Una cornice d’attico trasformata in merlatura presumibilmente tra il XIV e il XV secolo chiude in alto la costruzione, conferendogli l’aspetto di un castello. Al piano terra oltrepassando il lungo vestibolo voltato si giunge alla suggestiva Sala della Fontana, esempio mirabile di morbida architettura orientale. La Sala è un ambiente quadrato, le cui pareti, scandite da nicchie e colonnine, sono rivestite di marmi e mosaici. La parete di fondo presenta un raffinato pannello musivo racchiuso da una cornice costituita da piccoli motivi floreali stilizzati, pure in mosaico sono tre medaglioni dal fondo d’oro, quello centrale con arcieri e i due laterali con animali disposti ai lati di palme stilizzate. Rilievo particolare rivestono i magnifici soffitti che presentano decorazioni tipicamente arabe con volte a stalattiti (muqarnas). La seconda elevazione, per la smisurata altezza della sala della fontana e del vestibolo, risulta limitata alle due ali laterali comunicanti attraverso un lungo corridoio. Nella terza elevazione si ripropone lo stesso schema planimetrico del piano sottostante. Esso è costituito da un grande salone centrale con una contigua sala che si affaccia nel prospetto principale. Ai lati dell’edificio, le due torri del vento, svolgevano la funzione di incanalare le correnti costringendoli ad attraversare il palazzo e a creare un effetto camino che insieme alla presenza dell’acqua, assicurava nelle afose notti dell’estate palermitana il massimo confort bioclimatico. Il complesso del “Sollazzo” comprende una cappella dedicata alla Santissima Trinità. Nel 1803, all’originaria cappella del palazzo venne affiancata la piccola chiesa di Gesù, Maria e Santo Stefano. Rimasto possedimento del regio demanio per molti anni, a partire dal XIV secolo il palazzo e le terre ad esso connesse furono di volta in volta concessi a privati, in genere personalità di alto rango, che lo usarono come dimora di tenuta agricola. Nel 1624 in occasione della grande epidemia di peste che colpì la città, l’edificio venne utilizzato come deposito di materiale sospetto sottoposto a quarantena. Soltanto un decennio dopo, nel 1635, il palazzo era ridotto così male che fu ceduto gratuitamente a don Giovanni de Sandoval, compratore all’asta dei terreni circostanti, che per ciò ottiene il titolo di principe di Castel Reale. La famiglia de Sandoval ne promuove subito diversi interventi di restauro che salvano il palazzo dalla completa rovina ma ne stravolgono l’originario assetto architettonico. Il palazzo subisce profonde trasformazioni, e vengono realizzate delle aggiunte che conferiscono all’edificio le caratteristiche tipologiche del palazzo signorile seicentesco. Tuttavia anche se quantitativamente rilevanti gli interventi dei Sandoval non inficiano del tutto le peculiarità dell’antico edificio normanno, facendo si che la straordinaria Sala della Fontana, venga lasciata pressochè inalterata con i suoi elementi scultorei, architettonici e musivi originari. Mentre il giardino circostante non perde le sue connotazioni originarie conservando gran parte del suo carattere lussureggiante. Agli inizi del XIX secolo l’intero complesso monumentale pervenne per via ereditaria ai Notarbartolo principi di Sciara che vi apportarono ulteriori rimaneggiamenti per farne la loro residenza. Nel 1951 la Zisa viene espropriata e acquisita dal demanio regionale, e nel corso degli anni Cinquanta si svolgono le prime opere di rimozione delle strutture realizzate in epoca barocca. L’ala destra, già compromessa dagli interventi dei Sandoval, è stata ricostruita negli ultimi decenni, dopo il crollo delle strutture e del paramento murario, verificatosi nel 1971. Dopo i recenti (e discutibili) interventi di restauro e di ricostruzione patrocinati dalla Soprintendenza regionale ai beni culturali di Palermo, l’antico palazzo e i suoi giardini (anche se il verde superstite è veramente modesto) sono stati finalmene restituiti alla pubblica fruizione. Oggi, oltre ad essere museo di se stesso, le sue sale ospitano il museo d’arte araba che raccoglie una notevole collezione di antichi manufatti di matrice islamica di straordinaria importanza, rinvenuti durante campagne di scavo effettuate a Palermo, ed altri provenienti da diversi paesi del bacino del Mediterraneo. Anche la Zisa fa parte dell’itinerario arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale, inserito nella prestigiosa World Heritage List, patrimonio mondiale dell’umanità (Unesco). Orari ingresso : Da lunedì a sabato 9,00-19,00 (ultimo ingresso 18,30) domenica e festivi 9,00-13,30 (ultimo ingresso 13,00)
16 persone del luogo consigliano
Zisa
16 persone del luogo consigliano
Il Castello della Zisa è uno dei capolavori Arabo-Normanni di Palermo, dal 2018 Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO. Riconosciuti come i protagonisti di una delle corti più ammirate del Medioevo, i sovrani normanni di Sicilia, accanto alla tradizionale fama di guerrieri, uniscono anche quella di committenti di prestigiosi e raffinati edifici civili e religiosi. Il gran conte Ruggero e i suoi discendenti nell’intento di creare “un paesaggio ideale”, realizzarono nella grande Piana di Palermo un’immenso Parco Reale. All’interno di questa vasta area, che si estendeva intorno alla città e comprendeva il territorio di Monreale e di Parco (l’odierna Altofonte) denominata poi “Genoardo” cioè Paradiso della terra, gli Altavilla promossero l’edificazione dei loro “Sollazzi Regi” (luoghi di delizie) splendide dimore di svago e di riposo circondate da magnifici giardini dalla vegetazione lussureggiante, padiglioni di caccia, laghi artificiali e peschiere. La storia Tra il 1165 e il 1180 viene portata a compimento da maestranze musulmane provenienti probabilmente da Sousse e da Kairouan, la più significativa espressione di tale tipologia di edifici, “la Zisa” , così detta dal termine arabo “El-Aziz” cioè la “Splendida”. L’imponente dimora, un’autentico gioiello di architettura islamica, fu eretta per volontà di Guglielmo I detto “il Malo”, il quale, ambiziosamente suggestionato dal fascino della regalità, voleva una reggia che superasse per comodità e perfezione artistica quelle edificate dal padre Ruggero II “..prese a fabbricare, presso Palermo, un palazzo di somma altezza, lavorato con mirabile artificio…” (Romualdo Salernitano). L’opera fu completata dal figlio Guglielmo II, come è testimoniato dall’iscrizione in caratteri “nàskhi“ nell’arco d’ingresso della Sala della Fontana nella quale si esalta il palazzo e colui che lo ha ultimato, chiamato con l’appellativo “Musta’izz” (bramoso di gloria), di cui si fregiava quest’ultimo sovrano. Il palazzo La Zisa, edificata con conci di pietra ben squadrati presenta un’impianto a forma di parallelepipedo di semplice geometria, interrotta ai fianchi da leggeri avancorpi turriti (le torri del vento). Distribuito orizzontalmente in tre elevazioni, ha il paramento murario esterno decorato da grandi arcate cieche ogivali a più rincassi. Nel fronte principale, rivolto a nord-ovest, si aprono i tre grandi fornici ogivali di accesso al palazzo, di cui quello centrale, più ampio, è sottolineato da una doppia ghiera ed è somontato dall’elegante stemma marmoreo della famiglia Sandoval. I due ordini superiori che interessano il fronte principale e i due fronti laterali erano dotati di finestre bifore con colonnina centrale e oculo nel pennacchio degli archi (oggi modificati). Una cornice d’attico trasformata in merlatura presumibilmente tra il XIV e il XV secolo chiude in alto la costruzione, conferendogli l’aspetto di un castello. Al piano terra oltrepassando il lungo vestibolo voltato si giunge alla suggestiva Sala della Fontana, esempio mirabile di morbida architettura orientale. La Sala è un ambiente quadrato, le cui pareti, scandite da nicchie e colonnine, sono rivestite di marmi e mosaici. La parete di fondo presenta un raffinato pannello musivo racchiuso da una cornice costituita da piccoli motivi floreali stilizzati, pure in mosaico sono tre medaglioni dal fondo d’oro, quello centrale con arcieri e i due laterali con animali disposti ai lati di palme stilizzate. Rilievo particolare rivestono i magnifici soffitti che presentano decorazioni tipicamente arabe con volte a stalattiti (muqarnas). La seconda elevazione, per la smisurata altezza della sala della fontana e del vestibolo, risulta limitata alle due ali laterali comunicanti attraverso un lungo corridoio. Nella terza elevazione si ripropone lo stesso schema planimetrico del piano sottostante. Esso è costituito da un grande salone centrale con una contigua sala che si affaccia nel prospetto principale. Ai lati dell’edificio, le due torri del vento, svolgevano la funzione di incanalare le correnti costringendoli ad attraversare il palazzo e a creare un effetto camino che insieme alla presenza dell’acqua, assicurava nelle afose notti dell’estate palermitana il massimo confort bioclimatico. Il complesso del “Sollazzo” comprende una cappella dedicata alla Santissima Trinità. Nel 1803, all’originaria cappella del palazzo venne affiancata la piccola chiesa di Gesù, Maria e Santo Stefano. Rimasto possedimento del regio demanio per molti anni, a partire dal XIV secolo il palazzo e le terre ad esso connesse furono di volta in volta concessi a privati, in genere personalità di alto rango, che lo usarono come dimora di tenuta agricola. Nel 1624 in occasione della grande epidemia di peste che colpì la città, l’edificio venne utilizzato come deposito di materiale sospetto sottoposto a quarantena. Soltanto un decennio dopo, nel 1635, il palazzo era ridotto così male che fu ceduto gratuitamente a don Giovanni de Sandoval, compratore all’asta dei terreni circostanti, che per ciò ottiene il titolo di principe di Castel Reale. La famiglia de Sandoval ne promuove subito diversi interventi di restauro che salvano il palazzo dalla completa rovina ma ne stravolgono l’originario assetto architettonico. Il palazzo subisce profonde trasformazioni, e vengono realizzate delle aggiunte che conferiscono all’edificio le caratteristiche tipologiche del palazzo signorile seicentesco. Tuttavia anche se quantitativamente rilevanti gli interventi dei Sandoval non inficiano del tutto le peculiarità dell’antico edificio normanno, facendo si che la straordinaria Sala della Fontana, venga lasciata pressochè inalterata con i suoi elementi scultorei, architettonici e musivi originari. Mentre il giardino circostante non perde le sue connotazioni originarie conservando gran parte del suo carattere lussureggiante. Agli inizi del XIX secolo l’intero complesso monumentale pervenne per via ereditaria ai Notarbartolo principi di Sciara che vi apportarono ulteriori rimaneggiamenti per farne la loro residenza. Nel 1951 la Zisa viene espropriata e acquisita dal demanio regionale, e nel corso degli anni Cinquanta si svolgono le prime opere di rimozione delle strutture realizzate in epoca barocca. L’ala destra, già compromessa dagli interventi dei Sandoval, è stata ricostruita negli ultimi decenni, dopo il crollo delle strutture e del paramento murario, verificatosi nel 1971. Dopo i recenti (e discutibili) interventi di restauro e di ricostruzione patrocinati dalla Soprintendenza regionale ai beni culturali di Palermo, l’antico palazzo e i suoi giardini (anche se il verde superstite è veramente modesto) sono stati finalmene restituiti alla pubblica fruizione. Oggi, oltre ad essere museo di se stesso, le sue sale ospitano il museo d’arte araba che raccoglie una notevole collezione di antichi manufatti di matrice islamica di straordinaria importanza, rinvenuti durante campagne di scavo effettuate a Palermo, ed altri provenienti da diversi paesi del bacino del Mediterraneo. Anche la Zisa fa parte dell’itinerario arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale, inserito nella prestigiosa World Heritage List, patrimonio mondiale dell’umanità (Unesco). Orari ingresso : Da lunedì a sabato 9,00-19,00 (ultimo ingresso 18,30) domenica e festivi 9,00-13,30 (ultimo ingresso 13,00)

Consigli per viaggiatori

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Il centro storico è da visitare a piedi!

Il centro storico di Palermo è il più grande d’Europa ed è consigliato visitarlo a piedi, non solo perché i monumenti e le attrazioni sono tantissime ed è possibile visitarne moltissimi in un solo giorno, anche perché camminando a piedi è ancora più facile apprezzare la vera identità della cittá caratterizzata da un’immensa ricchezza culturale. Non solo storicamente con le dominazioni arabe e normanne che caratterizzano il profilo ed il paesaggio della città, ma anche per l’eterogeneità che ancora caratterizza il centro storico di Palermo.
Da non perdere

Il mercato storico del Capo

Si trova a pochi passi dall’appartamento, raggiungibile a piedi percorrendo la caratteristica via Sant’Agostino. Il mercato de capo è uno dei tre mercato storici insieme a quello di Ballaró e la Vuccirìa. Ogni giorno fino alle 15 è possibile sia andare ad acquistare prodotti tipici di un mercato, che degustare tutti i sapori che caratterizzano la cucina palermitana in uno dei tanti bar, o trattorie distribuiti lungo il percorso(è preferibile mangiare all’aperto per apprezzare ancora di più il clima del mercato). Altrettanto belli e da visitare sono gli altri due mercati storici della città.
Da non perdere

Street food

Assolutamente da non perdere il panino con le panelle e crocche, un pasto veloce e sostanzioso che si può fare in una delle tantissime friggitorie sparse per la città.
Metodi per risparmiare

Portare sempre acqua abbondante

Per quanto Palermo sia stata una delle prime città ad avere un sistema di acquedotti efficienti grazie alla dominazione araba, e sia caratterizzata dalla presenza di numerosissime fontane, non ha un corrispettivo nella possibilità di attingere a fontane di acqua pubblica in strada. Viste anche le alte temperature dell’estate è sempre consigliato portare abbondante acqua al seguito.
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ZTL REGOLE ED ORARI

La Ztl di Palermo è attiva tutto l’anno dal lunedì al giovedì, nella fascia oraria 8:00-20:00. Dal 1° maggio al 31 ottobre è attiva anche il venerdì dalle 8:00 alle 24:00, il sabato dalle 0:00 alle 6:00 e dalle 20:00 alle 24.00, e la domenica dalle 0:00 alle 6:00; Dal 1° novembre al 30 aprile è attiva il venerdì dalle 8:00 alle 20:00 e dalle 23:00 alle 24:00, il sabato dalle 0:00 alle 6:00 e dalle 23:00 alle 24.00, e la domenica dalle 0:00 alle 6:00.