Benvenuti a Livorno

Letizia
Benvenuti a Livorno

Visite turistiche

Per scoprire la vera anima di Livorno, non si può che partire dal quartiere di “Venezia Nuova”. Proprio come Venezia, anche questo quartiere di Livorno è costruito intorno ai canali che portano il mare fin dentro la città. Con botteghe, bar e ristoranti affacciati sui canali, si anima soprattutto ad agosto di ogni anno con la manifestazione “Effetto Venezia”. Per scoprire Venezia Nuova non c’è un itinerario preciso: la passeggiata è piacevole e lungo il cammino si incontrano “I bottini dell’Olio“, vecchi magazzini dell’olio oggi trasformati in Museo e Biblioteca comunale, nelle vicinanze c’è la Chiesa di Santa Caterina con all’interno una magnifica Incoronazione della Vergine di Giorgio Vasari. Su Via Borra, la principale del quartiere, affacciano i palazzi più belli, come quello del Monte di Pietà, quello delle Colonne di Marmo e Palazzo Huigens. Il Ponte di Marmo, che deve il suo nome alle sue spallette realizzate in marmo nel corso dei secoli, barcaioli, facchini e pescatori hanno inciso, in forma di ex-voto, graffiti e iscrizioni dedicati ad amici del quartiere defunti. Un’abitudine visibile anche sull’altro ponte del quartiere, quello di San Giovanni Nepomuceno in Via della Madonna. Tutto il quartiere Venezia può essere visitato in battello con guide organizzate
75 persone del luogo consigliano
Quartiere la Venezia
Via della Madonna
75 persone del luogo consigliano
Per scoprire la vera anima di Livorno, non si può che partire dal quartiere di “Venezia Nuova”. Proprio come Venezia, anche questo quartiere di Livorno è costruito intorno ai canali che portano il mare fin dentro la città. Con botteghe, bar e ristoranti affacciati sui canali, si anima soprattutto ad agosto di ogni anno con la manifestazione “Effetto Venezia”. Per scoprire Venezia Nuova non c’è un itinerario preciso: la passeggiata è piacevole e lungo il cammino si incontrano “I bottini dell’Olio“, vecchi magazzini dell’olio oggi trasformati in Museo e Biblioteca comunale, nelle vicinanze c’è la Chiesa di Santa Caterina con all’interno una magnifica Incoronazione della Vergine di Giorgio Vasari. Su Via Borra, la principale del quartiere, affacciano i palazzi più belli, come quello del Monte di Pietà, quello delle Colonne di Marmo e Palazzo Huigens. Il Ponte di Marmo, che deve il suo nome alle sue spallette realizzate in marmo nel corso dei secoli, barcaioli, facchini e pescatori hanno inciso, in forma di ex-voto, graffiti e iscrizioni dedicati ad amici del quartiere defunti. Un’abitudine visibile anche sull’altro ponte del quartiere, quello di San Giovanni Nepomuceno in Via della Madonna. Tutto il quartiere Venezia può essere visitato in battello con guide organizzate
Da ogni angolo di Venezia Nuova è visibile l’isola su cui fu costruita la Fortezza Nuova che prese questo nome per distinguerla dalla Fortezza Vecchia del porto. Alla fine del 1500, Francesco I dei Medici decise di creare un nuovo spazio protetto per gli abitanti di Livorno, dando l’incarico all’architetto Buontalenti che disegnò un abitato chiuso a forma di pentagono protetto da una cinta muraria e da un sistema di fossi navigabili. Oggi la Fortezza Nuova è soprattutto un bel parco pubblico, ricco di verde, a cui si accede dall’antico ponte in muratura con sottopassaggio. L’unico ambiente che si è salvato è la Sala d’Armi con volta a crociera in cui si svolgono eventi culturali. La vista sui Fosso Reale su Piazza della Repubblica è meravigliosa, quindi è una visita da non perdere! Dalla primavera all’autunno la Fortezza si trasforma con stand gastronomici, palchi per spettacoli e aree giochi dedicate ai bambini.
45 persone del luogo consigliano
Fortezza Nuova
Scali della Fortezza Nuova
45 persone del luogo consigliano
Da ogni angolo di Venezia Nuova è visibile l’isola su cui fu costruita la Fortezza Nuova che prese questo nome per distinguerla dalla Fortezza Vecchia del porto. Alla fine del 1500, Francesco I dei Medici decise di creare un nuovo spazio protetto per gli abitanti di Livorno, dando l’incarico all’architetto Buontalenti che disegnò un abitato chiuso a forma di pentagono protetto da una cinta muraria e da un sistema di fossi navigabili. Oggi la Fortezza Nuova è soprattutto un bel parco pubblico, ricco di verde, a cui si accede dall’antico ponte in muratura con sottopassaggio. L’unico ambiente che si è salvato è la Sala d’Armi con volta a crociera in cui si svolgono eventi culturali. La vista sui Fosso Reale su Piazza della Repubblica è meravigliosa, quindi è una visita da non perdere! Dalla primavera all’autunno la Fortezza si trasforma con stand gastronomici, palchi per spettacoli e aree giochi dedicate ai bambini.
Dalla Fortezza Nuova si prende Piazza della Repubblica e costeggiando il canale si arriva al Mercato Centrale di Livorno, meglio conosciuto come Mercato delle Vettovaglie. Costruito alle fine del 1800 su esempio delle grandi halles parigine è uno dei più grandi d’Europa, sicuramente il secondo dopo quello di Riga in Lettonia. Come per il Mercato di Firenze o quello di Pavia, aver conservato la struttura fine 1800 lo rende più un monumento che un mercato vero e proprio. L’edificio è caratterizzato dal binomio acciaio-vetro, dalla luminosa copertura che ne fanno un eccellente esempio di passaggio tra il Neoclassicismo e l’Art Nouveau. Ilmercato è per eccellenza il luogo dove si può scoprire la cultura locale. Qui si possono conoscere i livornesi (o Labronici) nelle loro attività quotidiane e coglierne il carattere fiero, aperto, tollerante e ironico.
102 persone del luogo consigliano
Mercato Centrale
Via Buontalenti
102 persone del luogo consigliano
Dalla Fortezza Nuova si prende Piazza della Repubblica e costeggiando il canale si arriva al Mercato Centrale di Livorno, meglio conosciuto come Mercato delle Vettovaglie. Costruito alle fine del 1800 su esempio delle grandi halles parigine è uno dei più grandi d’Europa, sicuramente il secondo dopo quello di Riga in Lettonia. Come per il Mercato di Firenze o quello di Pavia, aver conservato la struttura fine 1800 lo rende più un monumento che un mercato vero e proprio. L’edificio è caratterizzato dal binomio acciaio-vetro, dalla luminosa copertura che ne fanno un eccellente esempio di passaggio tra il Neoclassicismo e l’Art Nouveau. Ilmercato è per eccellenza il luogo dove si può scoprire la cultura locale. Qui si possono conoscere i livornesi (o Labronici) nelle loro attività quotidiane e coglierne il carattere fiero, aperto, tollerante e ironico.
Insieme alla “nuova” Livorno, nel 1500 Buonatalenti progettò anche quello che doveva essere il principale luogo di culto della città.La Cattedrale dedicata a San Francesco fu costruita dal 1594 al 1606 e più volte rimaneggiata nei secoli. Quasi completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, della Chiesa originaria non resta niente. L’edificio, rivestito in laterizio, ha una facciata di marmo a capanna, con un loggiato a tre arcate. L’interno è a croce latina, con un’unica navata affiancata dalle cappelle del Santissimo Sacramento e della Concezione di Maria. Nella cappella del Sacramento dal 2006 fa mostra di sé un “Cristo coronato di spine” del Beato Angelico che da solo vale la visita alla chiesa.
8 persone del luogo consigliano
Cattedrale di San Francesco (Duomo)
Piazza Grande
8 persone del luogo consigliano
Insieme alla “nuova” Livorno, nel 1500 Buonatalenti progettò anche quello che doveva essere il principale luogo di culto della città.La Cattedrale dedicata a San Francesco fu costruita dal 1594 al 1606 e più volte rimaneggiata nei secoli. Quasi completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, della Chiesa originaria non resta niente. L’edificio, rivestito in laterizio, ha una facciata di marmo a capanna, con un loggiato a tre arcate. L’interno è a croce latina, con un’unica navata affiancata dalle cappelle del Santissimo Sacramento e della Concezione di Maria. Nella cappella del Sacramento dal 2006 fa mostra di sé un “Cristo coronato di spine” del Beato Angelico che da solo vale la visita alla chiesa.
Fuori dalla Darsena Vecchia incrociamo il simbolo di Livorno: la Fontana dei Quattro Mori che ha una storia che merita di essere raccontata. In realtà il nome ufficiale è “Monumento a Ferdinando I” e la sua storia, ricca di leggende, racconta uno dei momenti più importanti dello sviluppo di Livorno. Ferdinando I de’ Medici, oltre ad aver voluto Venezia Nuova e l’espansione di Livorno, combatté ferocemente i pirati che attaccavano le coste toscane ed il monumento non è nient’altro che il tentativo di autocelebrarsi dando l’incarico allo scultore Giovanni Bandini di realizzare un’opera in marmo di Carrara. In realtà Ferdinando non vedrà mai il monumento finito che sarà inaugurato dal figlio Cosimo II de’ Medici nel 1617. In quella versione dell’opera i mori non c’erano ancora perché sarebbero stati aggiunti tra il 1623 e il 1626. Oltre ai mori furono aggiunti dei trofei sottratti ai corsari: un turbante, un arco, un turcasso e una scimitarra. Nel corso dei secoli, la bellezza scultorea dei mori ha surclassato la goffa figura di Ferdinando e sono quindi loro i protagonisti del monumento. Oggi non sarebbe possibile realizzare un monumento del genere e in altri Paesi del mondo, statue di questo tipo sono state tirate giù a furor di popolo. Anche i francesi volevano farlo nel 1799 durante la breve occupazione di Livorno, consideravano il monumento un “insulto all’umanità” ma si limitarono a rubare i fregi barbareschi in bronzo che oggi si trovano al museo del Louvre di Parigi. Una leggenda sulla statua: che porta fortuna trovare il punto in cui si vedono tutti e 4 i nasi di mori contemporaneamente.
21 persone del luogo consigliano
Monumento dei Quattro Mori
18 Piazza Giuseppe Micheli
21 persone del luogo consigliano
Fuori dalla Darsena Vecchia incrociamo il simbolo di Livorno: la Fontana dei Quattro Mori che ha una storia che merita di essere raccontata. In realtà il nome ufficiale è “Monumento a Ferdinando I” e la sua storia, ricca di leggende, racconta uno dei momenti più importanti dello sviluppo di Livorno. Ferdinando I de’ Medici, oltre ad aver voluto Venezia Nuova e l’espansione di Livorno, combatté ferocemente i pirati che attaccavano le coste toscane ed il monumento non è nient’altro che il tentativo di autocelebrarsi dando l’incarico allo scultore Giovanni Bandini di realizzare un’opera in marmo di Carrara. In realtà Ferdinando non vedrà mai il monumento finito che sarà inaugurato dal figlio Cosimo II de’ Medici nel 1617. In quella versione dell’opera i mori non c’erano ancora perché sarebbero stati aggiunti tra il 1623 e il 1626. Oltre ai mori furono aggiunti dei trofei sottratti ai corsari: un turbante, un arco, un turcasso e una scimitarra. Nel corso dei secoli, la bellezza scultorea dei mori ha surclassato la goffa figura di Ferdinando e sono quindi loro i protagonisti del monumento. Oggi non sarebbe possibile realizzare un monumento del genere e in altri Paesi del mondo, statue di questo tipo sono state tirate giù a furor di popolo. Anche i francesi volevano farlo nel 1799 durante la breve occupazione di Livorno, consideravano il monumento un “insulto all’umanità” ma si limitarono a rubare i fregi barbareschi in bronzo che oggi si trovano al museo del Louvre di Parigi. Una leggenda sulla statua: che porta fortuna trovare il punto in cui si vedono tutti e 4 i nasi di mori contemporaneamente.
Di fronte alla Fontana dei Quatto Mori c’è la Darsena Vecchia con i suoi pescherecci ed alla destra si impone la sagoma della Fortezza Vecchia, il primo bastione costruito dai Medici intorno al 1530, appena presero il potere a Livorno. In realtà in quel luogo esistevano fortificazioni volute prima dai Pisani e poi dai Genovesi. Ma furono i Medici a dare alla Fortezza l’attuale forma. I lavori iniziarono nel 1519 su progetto di Antonio da Sangallo il Vecchio e si conclusero nel 1534, sotto il duca Alessandro dei Medici. La fortezza è formata da tre bastioni: l’Ampolletta rivolto verso la città, la Canaviglia verso il porto e la Capitana verso nord est. La Torre circolare che svetta sulla Fortezza è il Mastio di Matilda, una torre circolare alta 30 metri che prende il nome da Matilde di Canossa.  In realtà non fu lei a volerne la costruzione ma i pisani intorno al 1200 per difendere quel lato del porto.
78 persone del luogo consigliano
Fortezza Vecchia
Piazzale dei Marmi
78 persone del luogo consigliano
Di fronte alla Fontana dei Quatto Mori c’è la Darsena Vecchia con i suoi pescherecci ed alla destra si impone la sagoma della Fortezza Vecchia, il primo bastione costruito dai Medici intorno al 1530, appena presero il potere a Livorno. In realtà in quel luogo esistevano fortificazioni volute prima dai Pisani e poi dai Genovesi. Ma furono i Medici a dare alla Fortezza l’attuale forma. I lavori iniziarono nel 1519 su progetto di Antonio da Sangallo il Vecchio e si conclusero nel 1534, sotto il duca Alessandro dei Medici. La fortezza è formata da tre bastioni: l’Ampolletta rivolto verso la città, la Canaviglia verso il porto e la Capitana verso nord est. La Torre circolare che svetta sulla Fortezza è il Mastio di Matilda, una torre circolare alta 30 metri che prende il nome da Matilde di Canossa.  In realtà non fu lei a volerne la costruzione ma i pisani intorno al 1200 per difendere quel lato del porto.
Partendo dal Monumento dei Quattro Mori e proseguendo per circa un chilometro, inizia Viale Italia, una bella passeggiata sul mare che porta alla Terrazza Mascagni dedicata al compositore livornese. La terrazza occupa lo spazio che prima era di un belvedere di difesa e che a inizio secolo fu trasformato terrazza sul mare. Fin dall’inizio la terrazza aveva una casina per la musica a tempietto, distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e ricostruita intatta. É una spettacolare passeggiata sul mare: le 34mila piastrelle bianche e nere, la balaustra formata da 4 mila colonnine, la vista sul mare e sui tramonti, i giochi di luce, ne fanno un luogo sempre nuovo a ogni ora del giorno. Ideale per chi ama passeggiare sul mare e fare fotografie.
121 persone del luogo consigliano
Terrazza Mascagni
139 Viale Italia
121 persone del luogo consigliano
Partendo dal Monumento dei Quattro Mori e proseguendo per circa un chilometro, inizia Viale Italia, una bella passeggiata sul mare che porta alla Terrazza Mascagni dedicata al compositore livornese. La terrazza occupa lo spazio che prima era di un belvedere di difesa e che a inizio secolo fu trasformato terrazza sul mare. Fin dall’inizio la terrazza aveva una casina per la musica a tempietto, distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e ricostruita intatta. É una spettacolare passeggiata sul mare: le 34mila piastrelle bianche e nere, la balaustra formata da 4 mila colonnine, la vista sul mare e sui tramonti, i giochi di luce, ne fanno un luogo sempre nuovo a ogni ora del giorno. Ideale per chi ama passeggiare sul mare e fare fotografie.
L'Acquario di Livorno ha il fascino dei piccoli acquari delle città di mare, si trova nel cuore della Terrazza Mascagni e offre una visita divisa in tre aree: al piano terra c’è un percorso con la ricostruzione di diversi ambienti marini, soprattutto mediterranei. La parte più affascinante di questa sezione è l’Area Marina Archeologica Greco – Romana, una grande vasca, con la riproduzione di un relitto di nave romana. Al primo piano, invece, c’è un rettilario dedicato ad anfibi, rettili e insetti e un formicaio con le affascinanti formiche tagliafoglia. Dal primo piano si accede a una bella terrazza panoramica che dà sul lungomare e sulle isole dell’Arcipelago Toscano.
106 persone del luogo consigliano
Acquario di Livorno
1 Piazza Mascagni
106 persone del luogo consigliano
L'Acquario di Livorno ha il fascino dei piccoli acquari delle città di mare, si trova nel cuore della Terrazza Mascagni e offre una visita divisa in tre aree: al piano terra c’è un percorso con la ricostruzione di diversi ambienti marini, soprattutto mediterranei. La parte più affascinante di questa sezione è l’Area Marina Archeologica Greco – Romana, una grande vasca, con la riproduzione di un relitto di nave romana. Al primo piano, invece, c’è un rettilario dedicato ad anfibi, rettili e insetti e un formicaio con le affascinanti formiche tagliafoglia. Dal primo piano si accede a una bella terrazza panoramica che dà sul lungomare e sulle isole dell’Arcipelago Toscano.
Il Museo civico Giovanni Fattori raccoglie circa 400 opere dalla metà dell’800 agli anni ’40 del ’900. Il nucleo della collezione è formato da artisti livornesi a cui si aggiungono alcune opere di artisti toscani e italiani. Il museo è ospitato nella bellissima Villa Mimbelli. Oltre alle opere di Giovanni Fattori: 22 dipinti, 200 disegni e acqueforti, si aggiungono opere di altri macchiaioli: Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Cristiano Banti, Serafino De Tivoli, Vincenzo Cabianca, Giovanni Boldini. C’è anche una sezione dedicata ai Postmacchiaioli e Divisionisti: Eugenio Cecconi, Raffaello Gambogi, Vittore Grubicy de Dragon, Benvenuto Benvenuti e Plinio Nomellini, allievo di Fattori.
83 persone del luogo consigliano
Museo Civico Giovanni Fattori
65 Via San Jacopo In Acquaviva
83 persone del luogo consigliano
Il Museo civico Giovanni Fattori raccoglie circa 400 opere dalla metà dell’800 agli anni ’40 del ’900. Il nucleo della collezione è formato da artisti livornesi a cui si aggiungono alcune opere di artisti toscani e italiani. Il museo è ospitato nella bellissima Villa Mimbelli. Oltre alle opere di Giovanni Fattori: 22 dipinti, 200 disegni e acqueforti, si aggiungono opere di altri macchiaioli: Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Cristiano Banti, Serafino De Tivoli, Vincenzo Cabianca, Giovanni Boldini. C’è anche una sezione dedicata ai Postmacchiaioli e Divisionisti: Eugenio Cecconi, Raffaello Gambogi, Vittore Grubicy de Dragon, Benvenuto Benvenuti e Plinio Nomellini, allievo di Fattori.
Il Santuario della Madonna delle Grazie (Madonna di Montenero) attira dal 1400 migliaia di pellegrini ogni anno. L’immagine miracolosa della Madonna fu trovata da un contadino zoppo nel 1345 ai piedi del colle Montenero. Portato il dipinto sulla cima del colle, il contadino sarebbe guarito. Inizia così la fama di questo luogo, la Madonna di Montenero, che è anche patrona della Toscana. Il Santuario è cresciuto nei secoli, come dimostrano gli oggetti lasciati nei secoli nella galleria degli ex-voto: circa 700 “ringraziamenti” per i miracoli ricevuti, tra cui le tavole di Giovanni Fattori e Renato Natali. Il Santuario è anche il Famedio dei livornesi illustri che qui riposano: Francesco Domenico Guerrazzi, Enrico Pollastrini, Carlo Bini, Giovanni Fattori e Paolo Emilio Demi. Due lapidi ricordano Amedeo Modigliani e Pietro Mascagni, livornesi illustri ma sepolti a Parigi e nel cimitero della Misericordia di Livorno.
42 persone del luogo consigliano
Santuario di Montenero
9 Piazza di Montenero
42 persone del luogo consigliano
Il Santuario della Madonna delle Grazie (Madonna di Montenero) attira dal 1400 migliaia di pellegrini ogni anno. L’immagine miracolosa della Madonna fu trovata da un contadino zoppo nel 1345 ai piedi del colle Montenero. Portato il dipinto sulla cima del colle, il contadino sarebbe guarito. Inizia così la fama di questo luogo, la Madonna di Montenero, che è anche patrona della Toscana. Il Santuario è cresciuto nei secoli, come dimostrano gli oggetti lasciati nei secoli nella galleria degli ex-voto: circa 700 “ringraziamenti” per i miracoli ricevuti, tra cui le tavole di Giovanni Fattori e Renato Natali. Il Santuario è anche il Famedio dei livornesi illustri che qui riposano: Francesco Domenico Guerrazzi, Enrico Pollastrini, Carlo Bini, Giovanni Fattori e Paolo Emilio Demi. Due lapidi ricordano Amedeo Modigliani e Pietro Mascagni, livornesi illustri ma sepolti a Parigi e nel cimitero della Misericordia di Livorno.