Guidebook for Livorno

Fabrizio
Guidebook for Livorno

Food Scene

buon ristorante di pesce. costo giusto superiore alla media vista sul porto.caratteristico
7 persone del luogo consigliano
La Persiana
38 Scali Adriano Novi Lena
7 persone del luogo consigliano
buon ristorante di pesce. costo giusto superiore alla media vista sul porto.caratteristico

Sightseeing

la fortezza vecchia è un bel monumento dentro il porto con bella vista
78 persone del luogo consigliano
Fortezza Vecchia
Piazzale dei Marmi
78 persone del luogo consigliano
la fortezza vecchia è un bel monumento dentro il porto con bella vista
situata nel centro citta circondata da un bel fosso. bella vista sul quartiere Pontino
45 persone del luogo consigliano
Fortezza Nuova
Scali della Fortezza Nuova
45 persone del luogo consigliano
situata nel centro citta circondata da un bel fosso. bella vista sul quartiere Pontino
E un quartier molto caratteristico attraversato da canali. bei palazzi antichi
75 persone del luogo consigliano
Quartiere la Venezia
Via della Madonna
75 persone del luogo consigliano
E un quartier molto caratteristico attraversato da canali. bei palazzi antichi
E un bellissimo lungomare Tra i primi d'Italia dove si può passeggiare, fare footing e ammirare il mare
9 persone del luogo consigliano
Viale Italia
Viale Italia
9 persone del luogo consigliano
E un bellissimo lungomare Tra i primi d'Italia dove si può passeggiare, fare footing e ammirare il mare
ristrutturato di recente di fronte al mare
106 persone del luogo consigliano
Acquario di Livorno
1 Piazza Mascagni
106 persone del luogo consigliano
ristrutturato di recente di fronte al mare
Bellissima Terrazza fronte mare con un bel Gazebo antico
121 persone del luogo consigliano
Terrazza Mascagni
139 Viale Italia
121 persone del luogo consigliano
Bellissima Terrazza fronte mare con un bel Gazebo antico
Montenero, collocato su una collina che domina il mare e il porto di Livorno, è tra i luoghi della Toscana di maggior fama dovuta particolarmente al suo celebre Santuario dedicato alla Madonna delle Grazie. Le origini del Santuario risalgono al 15 maggio 1345, festa di Pentecoste, quando, secondo la tradizione, un povero pastore storpio trovò l'immagine miracolosa della Vergine Maria e seguendo un'intuizione interiore la portò sul colle di Montenero, luogo già conosciuto come rifugio di briganti e per questo considerato oscuro, tenebroso... il "monte del diavolo". vista panoramica bellissima
23 persone del luogo consigliano
Montenero
23 persone del luogo consigliano
Montenero, collocato su una collina che domina il mare e il porto di Livorno, è tra i luoghi della Toscana di maggior fama dovuta particolarmente al suo celebre Santuario dedicato alla Madonna delle Grazie. Le origini del Santuario risalgono al 15 maggio 1345, festa di Pentecoste, quando, secondo la tradizione, un povero pastore storpio trovò l'immagine miracolosa della Vergine Maria e seguendo un'intuizione interiore la portò sul colle di Montenero, luogo già conosciuto come rifugio di briganti e per questo considerato oscuro, tenebroso... il "monte del diavolo". vista panoramica bellissima
Nel quadro della risistemazione ottocentesca del litorale di Livorno, i Casini d'Ardenza furono costruiti per accogliere i mercanti e i villeggianti durante il periodo estivo. Il complesso è stato progettato e costruito dall'architetto Giuseppe Cappellini, famoso anche per aver progettato il Teatro Goldoni. La costruzione, portata a termine in breve tempo, entrò in funzione verso il 1845. I Casini sono costituiti da tredici palazzine - con 322 stanze – unite in un solo corpo di fabbrica, disposto a forma di omega e aperto verso la passeggiata a mare. La facciata principale è caratterizzata da una struttura tripartita. Un portico a cinque arcate precede la struttura. Il frontone triangolare che sovrasta il porticato è munito di orologio. Anche le strutture laterali sono precedute da porticato. Il complesso comprendeva una sala da ballo, una trattoria, sale da gioco e biliardo, scuderie e parco all'inglese sul retro. Esso divenne famoso quando fu abitato dal Granduca Leopoldo II e la sua corte: ciò gli valse il nome di Casini Granducali. Venute meno le ambizioni della committenza, gli appartamenti furono via via venduti a diversi proprietari privati.
Casini of Ardenza
407 Viale Italia
Nel quadro della risistemazione ottocentesca del litorale di Livorno, i Casini d'Ardenza furono costruiti per accogliere i mercanti e i villeggianti durante il periodo estivo. Il complesso è stato progettato e costruito dall'architetto Giuseppe Cappellini, famoso anche per aver progettato il Teatro Goldoni. La costruzione, portata a termine in breve tempo, entrò in funzione verso il 1845. I Casini sono costituiti da tredici palazzine - con 322 stanze – unite in un solo corpo di fabbrica, disposto a forma di omega e aperto verso la passeggiata a mare. La facciata principale è caratterizzata da una struttura tripartita. Un portico a cinque arcate precede la struttura. Il frontone triangolare che sovrasta il porticato è munito di orologio. Anche le strutture laterali sono precedute da porticato. Il complesso comprendeva una sala da ballo, una trattoria, sale da gioco e biliardo, scuderie e parco all'inglese sul retro. Esso divenne famoso quando fu abitato dal Granduca Leopoldo II e la sua corte: ciò gli valse il nome di Casini Granducali. Venute meno le ambizioni della committenza, gli appartamenti furono via via venduti a diversi proprietari privati.
La presenza di un insediamento è indicata per la prima volta nel I secolo a.C. in un testo di Cicerone che lo chiama Labrone, a testimonianza che il territorio era abitato stabilmente sin dai tempi antichi, come confermano anche alcuni scavi archeologici nella zona nord dell’ attuale città. L’ origine del nome è incerta. Viene chiamata per la prima volta “ Livorna” nel 1017, che probabilmente deriva da una persona romana di origine etrusca. Secondo altre ipotesi deriverebbe dal latino Liburna ( una nave da guerra) o dal nome dei Liburni, un popolo illirico. Dall’ età del ferro nel territorio toscano si affermano centri urbani come Populonia, Volterra e soprattutto Pisa. Con gli Etruschi il commercio marittimo si sviluppa soprattutto per gestire il transito del ferro proveniente dalle miniere dell’ isola d’ Elba. Dopo la fine dell’ Impero Romano il territorio è segnato dalle devastazioni dovute alla migrazione di popoli germanici. Nel Medioevo Pisa si afferma per il proprio ruolo commerciale nel Mediterraneo. L’insabbiamento naturale e progressivo dell’ antico Porto Pisano, unico sbocco naturale al mare della Repubblica di Pisa, costringe la città a cercare un’alternativa e a puntare sul piccolo attracco di Livorno che viene fortificato. Lo sviluppo di Livorno avviene grazie alla spinta dei Medici (1434-1737) che ne fanno, nel 1606, uno dei principali porti del Mediterraneo e un centro economico di grande importanza, animato da mercanti provenienti da ogni parte d’ Europa e del Levante. Nel 1593 viene istituito il porto franco che prevede l’ esenzione fiscale per i prodotti in transito; grazie a ciò diventa un’ importante base per i commerci inglesi ed olandesi del Mediterraneo. Immagine
Porto di Livorno
8 Piazza dell'Arsenale
La presenza di un insediamento è indicata per la prima volta nel I secolo a.C. in un testo di Cicerone che lo chiama Labrone, a testimonianza che il territorio era abitato stabilmente sin dai tempi antichi, come confermano anche alcuni scavi archeologici nella zona nord dell’ attuale città. L’ origine del nome è incerta. Viene chiamata per la prima volta “ Livorna” nel 1017, che probabilmente deriva da una persona romana di origine etrusca. Secondo altre ipotesi deriverebbe dal latino Liburna ( una nave da guerra) o dal nome dei Liburni, un popolo illirico. Dall’ età del ferro nel territorio toscano si affermano centri urbani come Populonia, Volterra e soprattutto Pisa. Con gli Etruschi il commercio marittimo si sviluppa soprattutto per gestire il transito del ferro proveniente dalle miniere dell’ isola d’ Elba. Dopo la fine dell’ Impero Romano il territorio è segnato dalle devastazioni dovute alla migrazione di popoli germanici. Nel Medioevo Pisa si afferma per il proprio ruolo commerciale nel Mediterraneo. L’insabbiamento naturale e progressivo dell’ antico Porto Pisano, unico sbocco naturale al mare della Repubblica di Pisa, costringe la città a cercare un’alternativa e a puntare sul piccolo attracco di Livorno che viene fortificato. Lo sviluppo di Livorno avviene grazie alla spinta dei Medici (1434-1737) che ne fanno, nel 1606, uno dei principali porti del Mediterraneo e un centro economico di grande importanza, animato da mercanti provenienti da ogni parte d’ Europa e del Levante. Nel 1593 viene istituito il porto franco che prevede l’ esenzione fiscale per i prodotti in transito; grazie a ciò diventa un’ importante base per i commerci inglesi ed olandesi del Mediterraneo. Immagine

Drinks & Nightlife e food

baracchina fronte mare dove si può prendere un buon aperitivo
22 persone del luogo consigliano
Baracchina Bianca
19 Piazza S. Jacopo in Acquaviva
22 persone del luogo consigliano
baracchina fronte mare dove si può prendere un buon aperitivo
6 persone del luogo consigliano
Scom Posto
17 Piazza dei Domenicani
6 persone del luogo consigliano
11 persone del luogo consigliano
Ristorante Enoteca Cantina Nardi
6 Via Leonardo Cambini
11 persone del luogo consigliano

Arts & Culture

Il Museo Civico Giovanni Fattori ha sede nella prestigiosa Villa Mimbelli, residenza privata ottocentesca divenuta sede museale dal 1994, dopo un lungo intervento di restauro per adeguarla alla nuova destinazione d'uso. Le origini del museo risalgono alla fine del XIXº secolo, quando l'Amministrazione Comunale decise di assegnare una sede al patrimonio sparso in vari luoghi. Il Museo ha conosciuto varie sedi nel corso del tempo, l'ultima delle quali fu Villa Fabbricotti, attuale sede della Biblioteca Comunale, dove gli spazi erano inadeguati ad un'esposizione esaustiva dell'arte livornese e toscana a cavallo tra il XIX ed il XX secolo. La collezione del Museo G. Fattori si configura essenzialmente come raccolta d'arte livornese e toscana che inizia con l'opera di Enrico Pollastrini, artista prevalentemente di stampo romantico e ancora legato all'accademia per arrivare, attraverso l'elevata espressione artistica delle opere di G. Fattori e di alcuni altri esponenti della scuola dei Macchiaioli, ad un nucleo cospicuo e variegato di artisti denominati genericamente Postmacchiaioli. Il piano terra ed il primo piano della Villa mantengono inalterato lo stile ottocentesco: decorazioni, arredamenti e tendaggi. In questi due piani sono esposti le opere di artisti livornesi come Enrico Pollastrini, Guglielmo Micheli, Ulvi Liegi, Oscar Ghiglia, Giovanni Bartolena e Mario Puccini. Una o due sale sono soggette ad un'esposizione a rotazione delle opere della collezione per cui si possono avvicendare opere di grafica a dipinti di artisti livornesi del dopoguerra. Il Museo vero e proprio si sviluppa principalmente al secondo piano con i grandi quadri di Giovanni Fattori e di altri esponenti della corrente dei Macchiaioli (Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca, Giovanni Boldini ed altri). Altre sale sono dedicate ai post-macchiaioli (Eugenio Cecconi, Vittorio Corcos, etc.) e i divisionisti (Benvenuto Benvenuti e Plinio Nomellini).
83 persone del luogo consigliano
Museo Civico Giovanni Fattori
65 Via San Jacopo In Acquaviva
83 persone del luogo consigliano
Il Museo Civico Giovanni Fattori ha sede nella prestigiosa Villa Mimbelli, residenza privata ottocentesca divenuta sede museale dal 1994, dopo un lungo intervento di restauro per adeguarla alla nuova destinazione d'uso. Le origini del museo risalgono alla fine del XIXº secolo, quando l'Amministrazione Comunale decise di assegnare una sede al patrimonio sparso in vari luoghi. Il Museo ha conosciuto varie sedi nel corso del tempo, l'ultima delle quali fu Villa Fabbricotti, attuale sede della Biblioteca Comunale, dove gli spazi erano inadeguati ad un'esposizione esaustiva dell'arte livornese e toscana a cavallo tra il XIX ed il XX secolo. La collezione del Museo G. Fattori si configura essenzialmente come raccolta d'arte livornese e toscana che inizia con l'opera di Enrico Pollastrini, artista prevalentemente di stampo romantico e ancora legato all'accademia per arrivare, attraverso l'elevata espressione artistica delle opere di G. Fattori e di alcuni altri esponenti della scuola dei Macchiaioli, ad un nucleo cospicuo e variegato di artisti denominati genericamente Postmacchiaioli. Il piano terra ed il primo piano della Villa mantengono inalterato lo stile ottocentesco: decorazioni, arredamenti e tendaggi. In questi due piani sono esposti le opere di artisti livornesi come Enrico Pollastrini, Guglielmo Micheli, Ulvi Liegi, Oscar Ghiglia, Giovanni Bartolena e Mario Puccini. Una o due sale sono soggette ad un'esposizione a rotazione delle opere della collezione per cui si possono avvicendare opere di grafica a dipinti di artisti livornesi del dopoguerra. Il Museo vero e proprio si sviluppa principalmente al secondo piano con i grandi quadri di Giovanni Fattori e di altri esponenti della corrente dei Macchiaioli (Silvestro Lega, Telemaco Signorini, Vincenzo Cabianca, Giovanni Boldini ed altri). Altre sale sono dedicate ai post-macchiaioli (Eugenio Cecconi, Vittorio Corcos, etc.) e i divisionisti (Benvenuto Benvenuti e Plinio Nomellini).
Una bellissima biblioteca
Biblioteca Comunale Bottini dell'Olio
Piazza del Luogo Pio
Una bellissima biblioteca
Bel Museo, nuovissimo
33 persone del luogo consigliano
Museo Della Città - Bottini Dell'olio e Luogo Pio
19 Piazza del Luogo Pio
33 persone del luogo consigliano
Bel Museo, nuovissimo

Parks & Nature

La villa, d'origine medicea, nacque probabilmente per volontà di Ferdinando de'Medici come residenza extraurbana. Dopo una serie di passaggi di proprietà, Bernardo Fabbricotti l'acquistò nel 1881 dal signor Tommaso Lloyd. Il nuovo proprietario la fece ampliare e trasformare secondo il progetto dell'architetto Vincenzo Micheli, il quale si occupò anche della sistemazione del parco. L'accesso alla proprietà avveniva attraverso i due ingressi di Piazza Roma e di Via della Libertà, che con i loro cancelli, sormontati da ornamentali vasi di marmo introducevano solennemente alla villa. Viali lussureggianti s'incrociavano circondando prati fioriti alla cui manutenzione erano addetti i giardinieri che si occupavano anche della serra e del vivaio. Tra le essenze presenti si ricordano pini, lecci, tigli, platani, palme, magnolie, eucalipti, cedri, ficus e cipressi. Furono costruiti una grandiosa cavallerizza ed un teatrino, con annessa pista di pattinaggio, per lo svago della famiglia. Il parco fu ornato di statue e di busti per onorare personalità insigni e ricordare al tempo stesso i momenti più significativi della storia, tra i quali si possono osservare i busti dei granduchi medicei, di scienziati e poeti. Nel 1936 i Fabbricotti furono costretti a vendere la proprietà al Comune di Livorno: questa allora comprendeva la villa due case coloniche con relativi annessi e il vasto parco, per un'estensione di circa 27 ettari. Durante la guerra l'immobile fu sede del comando tedesco e poi di quello americano, subendo ingenti danni. Oggi la villa è sede della biblioteca Labronica e del Museo Civico Guerrazzi.
29 persone del luogo consigliano
Villa Fabbricotti
30 Viale della Libertà
29 persone del luogo consigliano
La villa, d'origine medicea, nacque probabilmente per volontà di Ferdinando de'Medici come residenza extraurbana. Dopo una serie di passaggi di proprietà, Bernardo Fabbricotti l'acquistò nel 1881 dal signor Tommaso Lloyd. Il nuovo proprietario la fece ampliare e trasformare secondo il progetto dell'architetto Vincenzo Micheli, il quale si occupò anche della sistemazione del parco. L'accesso alla proprietà avveniva attraverso i due ingressi di Piazza Roma e di Via della Libertà, che con i loro cancelli, sormontati da ornamentali vasi di marmo introducevano solennemente alla villa. Viali lussureggianti s'incrociavano circondando prati fioriti alla cui manutenzione erano addetti i giardinieri che si occupavano anche della serra e del vivaio. Tra le essenze presenti si ricordano pini, lecci, tigli, platani, palme, magnolie, eucalipti, cedri, ficus e cipressi. Furono costruiti una grandiosa cavallerizza ed un teatrino, con annessa pista di pattinaggio, per lo svago della famiglia. Il parco fu ornato di statue e di busti per onorare personalità insigni e ricordare al tempo stesso i momenti più significativi della storia, tra i quali si possono osservare i busti dei granduchi medicei, di scienziati e poeti. Nel 1936 i Fabbricotti furono costretti a vendere la proprietà al Comune di Livorno: questa allora comprendeva la villa due case coloniche con relativi annessi e il vasto parco, per un'estensione di circa 27 ettari. Durante la guerra l'immobile fu sede del comando tedesco e poi di quello americano, subendo ingenti danni. Oggi la villa è sede della biblioteca Labronica e del Museo Civico Guerrazzi.

Essentials

Via dello shopping
Via Ricasoli
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supermarket

supermercato ultimamente rinnovato 2019 a 50 metri dall'appartamento
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Supermercato Discount di ottima qualità
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