La guida di Donata

Donata Anna Irma
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La guida di Donata

Informazioni sulla città/località

Trino (Trin in piemontese) è un comune italiano di 7372 abitanti (30.11.2013) in provincia di Vercelli. È il terzo comune della provincia per estensione territoriale (il sesto per popolazione), dopo Vercelli ed Alagna. Sorge 15 km a sud-ovest del capoluogo, poco discosto dalla riva sinistra del Po ed ai piedi delle colline del Monferrato.Il primo insediamento è di probabile origine celtica. Il toponimo originario, "Rigomagus", significa infatti "mercato del re" in tale lingua. Dal secondo secolo a.C. Rigomagus fu sede di una stazione di posta romana di una certa importanza, strategicamente posizionata in prossimità del guado sul fiume Po, ed all'incrocio tra le vie militari che univano la Torino con Pavia ed in seguito Aosta con Asti. Nei secoli passati, la città fu più volte al centro di importanti manovre militari e politiche; nel XVII secolo fu anche elevata a Provincia sotto i Savoia. Colpita duramente dall' alluvione del 1994, e più ancora da quella del 2000, la città ha saputo reagire grazie alla forza dei suoi abitanti. A Trino venne introdotta per la prima volta, attorno al XV secolo, la coltivazione del riso che a tutt'oggi riveste un ruolo fondamentale nell'economia di tutta la regione. Il vasto territorio ospita il Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino, raro esempio italiano di bosco planiziale ed unico residuo di come la Pianura Padana si presentasse prima della trasformazione operata nei secoli a fini agricoli. Trino è stata sede, dal XVI secolo fino agli anni precedenti la seconda guerra mondiale, di una piccola ma fiorente comunità giudaica. A testimonianza della presenza ebraica rimangono l'edificio del ghetto in corso Italia (dove sorgeva la sinagoga) e un piccolo cimitero in via Battisti. Trino fu famoso per le sue stamperie. Grazie anche all’aiuto dei Marchesi del Monferrato, che concorsero alle spese, i Trinesi aprirono, in patria e fuori, numerose stamperie. Trino divenne culla di tipografi rinomati, diligenti, di grande reputazione. La più importante famiglia della nobiltà trinese dedita alla stamperia fu quella dei Giolito Ferrari.Consigliamo ai nostri ospiti di muoversi in auto. Senza un mezzo di trasporto è difficile poter godere dei vantaggi dell'appartamento. Le gite in auto le consigliamo per visitare le colline del Monferrato : itinerari alla scoperta di cantine, castelli e fortezze. Intorno a Trino ci sono molte cose da visitare: castelli, cantine, musei, ristoranti e vecchie cittadine. Trino inoltre si trova ad un crocevia tra le più interessanti città e tra le più speciali attrattive del Nord Italia : a uguale distanza dalla Liguria ( Genova, Portofino, Santa Margherita ) e dalla Val d'Aosta ( Aosta, Monte Bianco, Courmayeur, Ivrea ecc..) e dal Lago MAGGIORE ( Stresa, ISOLE dell'lago Maggiore ). Si trova anche ad un'ora da Torino o da Milano, a mezzora dal OUTLET DI VICOLUNGO E a un'ora dall'OUTLET DI SERRAVALLE.
Trino
Trino (Trin in piemontese) è un comune italiano di 7372 abitanti (30.11.2013) in provincia di Vercelli. È il terzo comune della provincia per estensione territoriale (il sesto per popolazione), dopo Vercelli ed Alagna. Sorge 15 km a sud-ovest del capoluogo, poco discosto dalla riva sinistra del Po ed ai piedi delle colline del Monferrato.Il primo insediamento è di probabile origine celtica. Il toponimo originario, "Rigomagus", significa infatti "mercato del re" in tale lingua. Dal secondo secolo a.C. Rigomagus fu sede di una stazione di posta romana di una certa importanza, strategicamente posizionata in prossimità del guado sul fiume Po, ed all'incrocio tra le vie militari che univano la Torino con Pavia ed in seguito Aosta con Asti. Nei secoli passati, la città fu più volte al centro di importanti manovre militari e politiche; nel XVII secolo fu anche elevata a Provincia sotto i Savoia. Colpita duramente dall' alluvione del 1994, e più ancora da quella del 2000, la città ha saputo reagire grazie alla forza dei suoi abitanti. A Trino venne introdotta per la prima volta, attorno al XV secolo, la coltivazione del riso che a tutt'oggi riveste un ruolo fondamentale nell'economia di tutta la regione. Il vasto territorio ospita il Parco naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino, raro esempio italiano di bosco planiziale ed unico residuo di come la Pianura Padana si presentasse prima della trasformazione operata nei secoli a fini agricoli. Trino è stata sede, dal XVI secolo fino agli anni precedenti la seconda guerra mondiale, di una piccola ma fiorente comunità giudaica. A testimonianza della presenza ebraica rimangono l'edificio del ghetto in corso Italia (dove sorgeva la sinagoga) e un piccolo cimitero in via Battisti. Trino fu famoso per le sue stamperie. Grazie anche all’aiuto dei Marchesi del Monferrato, che concorsero alle spese, i Trinesi aprirono, in patria e fuori, numerose stamperie. Trino divenne culla di tipografi rinomati, diligenti, di grande reputazione. La più importante famiglia della nobiltà trinese dedita alla stamperia fu quella dei Giolito Ferrari.Consigliamo ai nostri ospiti di muoversi in auto. Senza un mezzo di trasporto è difficile poter godere dei vantaggi dell'appartamento. Le gite in auto le consigliamo per visitare le colline del Monferrato : itinerari alla scoperta di cantine, castelli e fortezze. Intorno a Trino ci sono molte cose da visitare: castelli, cantine, musei, ristoranti e vecchie cittadine. Trino inoltre si trova ad un crocevia tra le più interessanti città e tra le più speciali attrattive del Nord Italia : a uguale distanza dalla Liguria ( Genova, Portofino, Santa Margherita ) e dalla Val d'Aosta ( Aosta, Monte Bianco, Courmayeur, Ivrea ecc..) e dal Lago MAGGIORE ( Stresa, ISOLE dell'lago Maggiore ). Si trova anche ad un'ora da Torino o da Milano, a mezzora dal OUTLET DI VICOLUNGO E a un'ora dall'OUTLET DI SERRAVALLE.
La città di Casale sorge su una posizione favorevole poiché si trova a poca distanza dai capoluoghi di Vercelli, Alessandria, Asti e Novara e all'interno del triangolo industriale. In seguito al il Trattato di Cateau-Cambrésis del 1559 Casale passò sotto il dominio dei Gonzaga di Mantova,[19] i quali, a fine secolo, con il duca Vincenzo I, ingrandirono la struttura difensiva della città e costruirono una delle più potenti e prestigiose cittadelle europee. Durante il XVII secolo subì numerosi assedi di spagnoli e francesi, Durante questo periodo, intanto, la cittadella fu costantemente rinforzata e aggiornata con le più recenti tecniche difensive dell'epoca.a città di Casale Monferrato è la 13ª tra le 27 città decorate con Medaglia d'Oro come "Benemerite del Risorgimento nazionale" (9 marzo 1899) per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento. Periodo, definito dalla Casa Savoia, compreso tra i moti insurrezionali del 1848 e la fine della prima Guerra Mondiale nel 1918. Per ricordare l'impresa, Casale Monferrato ha intitolato a Cesare Cobianchi una via della città.
40 persone del luogo consigliano
Casale Monferrato
40 persone del luogo consigliano
La città di Casale sorge su una posizione favorevole poiché si trova a poca distanza dai capoluoghi di Vercelli, Alessandria, Asti e Novara e all'interno del triangolo industriale. In seguito al il Trattato di Cateau-Cambrésis del 1559 Casale passò sotto il dominio dei Gonzaga di Mantova,[19] i quali, a fine secolo, con il duca Vincenzo I, ingrandirono la struttura difensiva della città e costruirono una delle più potenti e prestigiose cittadelle europee. Durante il XVII secolo subì numerosi assedi di spagnoli e francesi, Durante questo periodo, intanto, la cittadella fu costantemente rinforzata e aggiornata con le più recenti tecniche difensive dell'epoca.a città di Casale Monferrato è la 13ª tra le 27 città decorate con Medaglia d'Oro come "Benemerite del Risorgimento nazionale" (9 marzo 1899) per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo del Risorgimento. Periodo, definito dalla Casa Savoia, compreso tra i moti insurrezionali del 1848 e la fine della prima Guerra Mondiale nel 1918. Per ricordare l'impresa, Casale Monferrato ha intitolato a Cesare Cobianchi una via della città.

ANDAR PER CANTINE E CASTELLI

MONFERRATO : I VIGNETI E I LUOGHI DEL VINO L'Unesco lo ha decretato nel 2014: i paesaggi vitivinicoli di Langhe, Monferrato e Roero sono meritevoli del riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità. Sei zone specifiche, in 29 Comuni diversi, sono state premiate per la loro storia e per l'indissolubile legame tra uomo e paesaggio; ed è da qui che si può partire alla scoperta di una ricchezza che va oltre i confini del Piemonte e che diventa di importanza mondiale. Ecco le sei zone, ciascuna portatrice di una sua specificità: per esplorarle al meglio, consigliamo esplorazioni attente tra i vigneti, con degustazioni e visite alle cantine. Non crediate che una zona assomigli all'altra: i vini delle Langhe sono tanti, diversi, variegati, portatori di culture interessanti e stratificate. a - La Langa del Barolo (Comuni di Barolo, Serralunga d'Alba, Castiglione Falletto, La Morra, Monforte d'Alba, Novello, Diano d'Alba) valorizza il prodotto forse più celebre delle Langhe: d'obbligo una visita al castello di barolo per imparare qualcosa di più. b - Il Castello di Grinzane Cavour, nel Comune omonimo, è sede tra l'altro dell'enoteca regionale piemontese. c - Le colline del Barbaresco (Comuni di Barbaresco e Neive), dove si coltiva l'uva nebbiolo e si producono Barbaresco, Barbera, Dolcetto, Nebbiolo. d - Nizza Monferrato e il Barbera (Comuni di Montegrosso, Mombercelli, Agliano, Castelnuovo Calcea, Vinchio, Vaglio Serra, Nizza Monferrato). e - Canelli e l'Asti spumante (Comuni di Santo Stefano Belbo, Calosso, Canelli); a Canelli si visitano le cattedrali sotterranee delle cantine storiche di produzione dello spumante. f - Il Monferrato degli Infernot (Comuni di Cella Monte, Ozzano Monferrato, Sala Monferrato, Rosignano Monferrato, Ottiglio, Olivola, Frassinello Monferrato, Camagna Monferrato, Vignale Monferrato): gli infernot sono locali sotterranei, scavati nell'arenaria o nel tufo, utilizzati per la conservazione domestica delle bottiglie. . I CASTELLI Già ne troverete traccia negli altri punti di questa news, ma i castelli che costellano Langhe, Roero e Monferrato possono essere lo spunto per un itinerario storico e davvero interessante. A quelli imperdibili di Barolo e Grinzane Cavour (vedi punti 1 e 5) e a quello di Casale Monferrato (vedi punto 2), aggiungiamo il castello di Govone, nel Roero, barocco e con uno sfarzoso salone da ballo; quello di Serralunga d'Alba, nelle Langhe, da cui si gode un bellissimo panorama sulle vigne e sulle colline (nella foto sotto); quello di Camino, vicino a Casale Monferrato, con un bel cortile quattrocentesco; e ancora Pralormo, Mango, Monticello d'Alba.
Trino
MONFERRATO : I VIGNETI E I LUOGHI DEL VINO L'Unesco lo ha decretato nel 2014: i paesaggi vitivinicoli di Langhe, Monferrato e Roero sono meritevoli del riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità. Sei zone specifiche, in 29 Comuni diversi, sono state premiate per la loro storia e per l'indissolubile legame tra uomo e paesaggio; ed è da qui che si può partire alla scoperta di una ricchezza che va oltre i confini del Piemonte e che diventa di importanza mondiale. Ecco le sei zone, ciascuna portatrice di una sua specificità: per esplorarle al meglio, consigliamo esplorazioni attente tra i vigneti, con degustazioni e visite alle cantine. Non crediate che una zona assomigli all'altra: i vini delle Langhe sono tanti, diversi, variegati, portatori di culture interessanti e stratificate. a - La Langa del Barolo (Comuni di Barolo, Serralunga d'Alba, Castiglione Falletto, La Morra, Monforte d'Alba, Novello, Diano d'Alba) valorizza il prodotto forse più celebre delle Langhe: d'obbligo una visita al castello di barolo per imparare qualcosa di più. b - Il Castello di Grinzane Cavour, nel Comune omonimo, è sede tra l'altro dell'enoteca regionale piemontese. c - Le colline del Barbaresco (Comuni di Barbaresco e Neive), dove si coltiva l'uva nebbiolo e si producono Barbaresco, Barbera, Dolcetto, Nebbiolo. d - Nizza Monferrato e il Barbera (Comuni di Montegrosso, Mombercelli, Agliano, Castelnuovo Calcea, Vinchio, Vaglio Serra, Nizza Monferrato). e - Canelli e l'Asti spumante (Comuni di Santo Stefano Belbo, Calosso, Canelli); a Canelli si visitano le cattedrali sotterranee delle cantine storiche di produzione dello spumante. f - Il Monferrato degli Infernot (Comuni di Cella Monte, Ozzano Monferrato, Sala Monferrato, Rosignano Monferrato, Ottiglio, Olivola, Frassinello Monferrato, Camagna Monferrato, Vignale Monferrato): gli infernot sono locali sotterranei, scavati nell'arenaria o nel tufo, utilizzati per la conservazione domestica delle bottiglie. . I CASTELLI Già ne troverete traccia negli altri punti di questa news, ma i castelli che costellano Langhe, Roero e Monferrato possono essere lo spunto per un itinerario storico e davvero interessante. A quelli imperdibili di Barolo e Grinzane Cavour (vedi punti 1 e 5) e a quello di Casale Monferrato (vedi punto 2), aggiungiamo il castello di Govone, nel Roero, barocco e con uno sfarzoso salone da ballo; quello di Serralunga d'Alba, nelle Langhe, da cui si gode un bellissimo panorama sulle vigne e sulle colline (nella foto sotto); quello di Camino, vicino a Casale Monferrato, con un bel cortile quattrocentesco; e ancora Pralormo, Mango, Monticello d'Alba.

Visite turistiche

Lucedio fu fondata nel 1123 dai monaci Cistercensi provenienti dalla Borgogna che bonificarono il territorio, introducendo per primi in Italia la coltivazione del riso verso la metà del 1400. Lucedio è la culla del riso italiano: da qui si sviluppò il territorio delle Grange, aziende agricole che si intervallavano su ampio comprensorio agricolo, ottenuto grazie alle opere di disboscamento e livellamento dei terreni. La posizione geografica lungo la Via Francigena fu strategica anche per lo sviluppo socio economico dell’Abbazia, che divenne un fiorente centro di potere politico. Ben tre furono i Pontefici che in quei secoli la visitarono. Lucedio fu anche motivo di scontro tra casate dinastiche italiane: passata dai Gonzaga ai Savoia, l’Abbazia divenne proprietà di Napoleone all’inizio ’800.
Principality of Lucedio
8 SP34
Lucedio fu fondata nel 1123 dai monaci Cistercensi provenienti dalla Borgogna che bonificarono il territorio, introducendo per primi in Italia la coltivazione del riso verso la metà del 1400. Lucedio è la culla del riso italiano: da qui si sviluppò il territorio delle Grange, aziende agricole che si intervallavano su ampio comprensorio agricolo, ottenuto grazie alle opere di disboscamento e livellamento dei terreni. La posizione geografica lungo la Via Francigena fu strategica anche per lo sviluppo socio economico dell’Abbazia, che divenne un fiorente centro di potere politico. Ben tre furono i Pontefici che in quei secoli la visitarono. Lucedio fu anche motivo di scontro tra casate dinastiche italiane: passata dai Gonzaga ai Savoia, l’Abbazia divenne proprietà di Napoleone all’inizio ’800.
In epoca romana l'area del parco era probabilmente un bosco sacro. La zona rappresenta un piccolo residuo delle grandi foreste che ricoprivano la pianura padana e che furono quasi totalmente abbattute nel Medioevo nell'ambito di grandi opere di bonifica agraria. La Partecipanza è il nome di una associazione di famiglie alla quale Bonifacio I, marchese del Monferrato, nel 1202 diede in concessione l'uso dell'area boschiva.[2] Il parco è rilevante da un punto di vista conservazionistico perché rappresenta una sorta di isola dove varie specie animali, che non riescono a sopravvivere nell'ambiente circostante pesantemente influenzato dalla monocoltura risicola, possono trovare rifugio. Il Bosco della Partecipanza è rilevante soprattutto per la sua collocazione, isolata in mezzo a una vastissima area di risaie. Rappresenta infatti una delle poche porzioni di bosco planiziale tuttora presenti nella pianura padana. La sua conservazione è dovuta alla particolare forma di gestione dell'area boscata, con norme severe sul prelievo legnoso e sui tagli effettuabili al suo interno che risalgono al Medioevo. Querce e pioppi sono i tipi arborei prevalenti; la biodiversità vegetale è rimasta notevole, e si possono contare più di 400 diverse specie vegetali.[3]
Parco naturale Del Bosco delle Sorti della Partecipanza
3 Cascina Guglielmina
In epoca romana l'area del parco era probabilmente un bosco sacro. La zona rappresenta un piccolo residuo delle grandi foreste che ricoprivano la pianura padana e che furono quasi totalmente abbattute nel Medioevo nell'ambito di grandi opere di bonifica agraria. La Partecipanza è il nome di una associazione di famiglie alla quale Bonifacio I, marchese del Monferrato, nel 1202 diede in concessione l'uso dell'area boschiva.[2] Il parco è rilevante da un punto di vista conservazionistico perché rappresenta una sorta di isola dove varie specie animali, che non riescono a sopravvivere nell'ambiente circostante pesantemente influenzato dalla monocoltura risicola, possono trovare rifugio. Il Bosco della Partecipanza è rilevante soprattutto per la sua collocazione, isolata in mezzo a una vastissima area di risaie. Rappresenta infatti una delle poche porzioni di bosco planiziale tuttora presenti nella pianura padana. La sua conservazione è dovuta alla particolare forma di gestione dell'area boscata, con norme severe sul prelievo legnoso e sui tagli effettuabili al suo interno che risalgono al Medioevo. Querce e pioppi sono i tipi arborei prevalenti; la biodiversità vegetale è rimasta notevole, e si possono contare più di 400 diverse specie vegetali.[3]
conosciuto a Trino anche come "Castello" si riferisce alla fase "paleologa" della dominazione dei marchesi del Monferrato sull'area. Violante, infatti, ultima Aleramica rimasta dal momento che il fratello Giovanni I era morto a causa di una malattia misteriosa e senza eredi, l'imperatore bizantino Andronico II Paleologo e il loro secondogenito Teodoro ereditò il marchesato di Monferrato. Iniziava così nel 1306 la dinastia Paleologa della regione, sotto la quale gli obiettivi furono principalmente la sottomissione di importanti città come Chivasso, Alba, Acqui Terme e Casale Monferrato che rivestì il ruolo di capitale a partire dalla seconda metà del secolo XV.. Molti marchesi scelsero Lucedio come luogo di sepoltura.
Palazzo Paleologo
Piazza Garibaldi
conosciuto a Trino anche come "Castello" si riferisce alla fase "paleologa" della dominazione dei marchesi del Monferrato sull'area. Violante, infatti, ultima Aleramica rimasta dal momento che il fratello Giovanni I era morto a causa di una malattia misteriosa e senza eredi, l'imperatore bizantino Andronico II Paleologo e il loro secondogenito Teodoro ereditò il marchesato di Monferrato. Iniziava così nel 1306 la dinastia Paleologa della regione, sotto la quale gli obiettivi furono principalmente la sottomissione di importanti città come Chivasso, Alba, Acqui Terme e Casale Monferrato che rivestì il ruolo di capitale a partire dalla seconda metà del secolo XV.. Molti marchesi scelsero Lucedio come luogo di sepoltura.
Le origini di Vercelli ci sono sconosciute: alcuni storici però credono sia stata fondata dai Celti. Wehr-Celt ossia Rocca dei Celti è la denominazione che induce ad ascrivere ai Galli la fondazione dell'antica città. In epoca moderna iniziò la coltivazione del riso nel suo territorio: le attività concernenti la coltura, la sperimentazione e il commercio del riso rappresentano ancora oggi la base dell'economia locale tanto da valere l'appellativo di capitale italiana ed di tale cereale. Tappa della Via FRANCIGENAsia come turismo storico-artistico grazie alla presenza di alcuni monumenti come la Basilica di Sant'Andrea, il Duomo, San Cristoforo, o di eventi come il Concorso Viotti. Vercelli, dopo Torino e insieme con Asti, è una delle principali città d'arte del Piemonte in quanto custode di un ricco patrimonio artistico e architettonico. Vercelli è sede di un'importante comunità ebraica in Italia. La sinagoga di Vercelli sorge in via Foa 56/58, nell'area dell'antico ghetto. È un esempio monumentale di sinagoga ottocentesca dell'emancipazione.
6 persone del luogo consigliano
Vercelli
6 persone del luogo consigliano
Le origini di Vercelli ci sono sconosciute: alcuni storici però credono sia stata fondata dai Celti. Wehr-Celt ossia Rocca dei Celti è la denominazione che induce ad ascrivere ai Galli la fondazione dell'antica città. In epoca moderna iniziò la coltivazione del riso nel suo territorio: le attività concernenti la coltura, la sperimentazione e il commercio del riso rappresentano ancora oggi la base dell'economia locale tanto da valere l'appellativo di capitale italiana ed di tale cereale. Tappa della Via FRANCIGENAsia come turismo storico-artistico grazie alla presenza di alcuni monumenti come la Basilica di Sant'Andrea, il Duomo, San Cristoforo, o di eventi come il Concorso Viotti. Vercelli, dopo Torino e insieme con Asti, è una delle principali città d'arte del Piemonte in quanto custode di un ricco patrimonio artistico e architettonico. Vercelli è sede di un'importante comunità ebraica in Italia. La sinagoga di Vercelli sorge in via Foa 56/58, nell'area dell'antico ghetto. È un esempio monumentale di sinagoga ottocentesca dell'emancipazione.

Offerta gastronomica

Il proprietario è il cuoco ed è molto bravo. Usa tutti prodotti locali e cucina piatti tipici locali. Strada principale 31, davanti alla piazza.
Bar Jolie
27B Via Varese
Il proprietario è il cuoco ed è molto bravo. Usa tutti prodotti locali e cucina piatti tipici locali. Strada principale 31, davanti alla piazza.
Ristorante elegante.
Ristorante Massimo
3 Via Hermada
Ristorante elegante.
Pizzeria ma anche ristorante. prezzi proporzionati.
Pizzeria Ristorante Capricorno
4 Via Gorizia
Pizzeria ma anche ristorante. prezzi proporzionati.
Tradizionale Pizza e Kebap. Posto semplice ma accogliente.
Istanbul Pizza - Kebap
40D Corso Cavour
Tradizionale Pizza e Kebap. Posto semplice ma accogliente.

outlets famosi

Outlet per acquisti di ogni tipo
127 persone del luogo consigliano
Vicolungo The Style Outlets
1 Piazza Santa Caterina
127 persone del luogo consigliano
Outlet per acquisti di ogni tipo
Il Serravalle Designer Outlet è un grande centro commerciale situato a Serravalle Scrivia in provincia di Alessandria, a brevissima distanza da Novi Ligure e a 45 km da Genova; con i suoi 51 500 m² e i suoi 250 negozi, è l'outlet più grande d'Europa della McArthurGlen Group
205 persone del luogo consigliano
Serravalle Designer Outlet
1 Via della Moda
205 persone del luogo consigliano
Il Serravalle Designer Outlet è un grande centro commerciale situato a Serravalle Scrivia in provincia di Alessandria, a brevissima distanza da Novi Ligure e a 45 km da Genova; con i suoi 51 500 m² e i suoi 250 negozi, è l'outlet più grande d'Europa della McArthurGlen Group

sports

Il Golf Club Monferrato, di oltre 16 ettari, è situato all'interno del Parco Naturale della Media... Strada Vialarda 3/F, 15033 Casale Monferrato,
Golf Club Monferrato
Il Golf Club Monferrato, di oltre 16 ettari, è situato all'interno del Parco Naturale della Media... Strada Vialarda 3/F, 15033 Casale Monferrato,
MARGARA, Golf & Country Club 2 percorsi da 18 buche da Campionato, Piscina, campo da tennis, ristorante
11 persone del luogo consigliano
Golf Club Margara
7 Regione Margara
11 persone del luogo consigliano
MARGARA, Golf & Country Club 2 percorsi da 18 buche da Campionato, Piscina, campo da tennis, ristorante
Acqua park molto carino, pulito, ben tenuto. Piscine e bagni puliti, tanti scivoli per bambini, sabbiera con tanti giochi, prato con ombrelloni o tavoli ..
ACQUASMILE
1 Via Mike Bongiorno
Acqua park molto carino, pulito, ben tenuto. Piscine e bagni puliti, tanti scivoli per bambini, sabbiera con tanti giochi, prato con ombrelloni o tavoli ..