I quartieri di Cagliari

Francesca
I quartieri di Cagliari

Visite turistiche

Il Poetto (Poetu in sardo) è la principale spiaggia di Cagliari che si estende per circa dodici chilometri, dalla Sella del Diavolo sino all'inizio litorale di Quartu Sant'Elena dove prende il nome di spiaggia di Quartu (o Poetto di Quartu). La spiaggia nella sua estensione, che va da Marina Piccola a Margine Rosso, si sviluppa per circa sette chilometri e mezzo a cavallo fra il territorio di Cagliari e di Quartu Sant'Elena. Il Poetto è un'importante località turistica e uno dei principali luoghi della vita notturna estiva della città. Il Poetto è popolarmente diviso in "fermate", ossia i vari tratti di spiaggia sono riconosciuti dal numero ordinale delle fermate dell'autobus delle linee urbane del CTM che collegano il centro cittadino al quartiere. Il meraviglioso lungomare con le sue palme e i chioschi ricostruiti pochi anni fa sono valgono una gita a piedi o in bicicletta e immancabile un aperitivo al tramonto.
330 persone del luogo consigliano
Poetto
2 Piazza degli Arcipelaghi
330 persone del luogo consigliano
Il Poetto (Poetu in sardo) è la principale spiaggia di Cagliari che si estende per circa dodici chilometri, dalla Sella del Diavolo sino all'inizio litorale di Quartu Sant'Elena dove prende il nome di spiaggia di Quartu (o Poetto di Quartu). La spiaggia nella sua estensione, che va da Marina Piccola a Margine Rosso, si sviluppa per circa sette chilometri e mezzo a cavallo fra il territorio di Cagliari e di Quartu Sant'Elena. Il Poetto è un'importante località turistica e uno dei principali luoghi della vita notturna estiva della città. Il Poetto è popolarmente diviso in "fermate", ossia i vari tratti di spiaggia sono riconosciuti dal numero ordinale delle fermate dell'autobus delle linee urbane del CTM che collegano il centro cittadino al quartiere. Il meraviglioso lungomare con le sue palme e i chioschi ricostruiti pochi anni fa sono valgono una gita a piedi o in bicicletta e immancabile un aperitivo al tramonto.
Castello (Casteddu de Susu in sardo, trad. in italiano Castello Superiore) è il principale dei quattro quartieri storici della città di Cagliari. Sorge in posizione preminente, su un colle calcareo, a circa cento metri sul livello del mare. Popolarmente il quartiere è indicato senza l'articolo. Al quartiere ancora oggi si accede attraverso le antiche porte medievali, aperte nelle mura che ancora cingono gran parte del perimetro del Castello, isolandolo dal resto della città. Il Castello ospita attualmente importanti istituzioni, quali la Prefettura e l'aula Consiliare della Città Metropolitana di Cagliari nei locali del palazzo Reale, ubicato nella Piazza Palazzo. La Parrocchia del Castello è intitolata a santa Maria e cointitolata a Santa Cecilia e ha la sua sede nella Chiesa Cattedrale, la chiesa principale dell'Arcidiocesi di Cagliari, anch'essa nella Piazza Palazzo. Anche l'Università degli Studi di Cagliari ha in Castello la sua sede principale, nel palazzo settecentesco che ospita gli uffici del Rettorato. Fortificazioni La Torre dell'Elefante con la porta di accesso al quartiere da Stampace Torre di San Pancrazio (1305), dell'architetto Giovanni Capula, fa parte del sistema di fortificazioni realizzato dai Pisani; anticamente in questa torre si apriva, superato il fossato attraverso un ponte levatoio, la porta che costituiva l'accesso al quartiere da Nord - Est. Attualmente funge a tale scopo il portico del Palazzo delle Seziate, nella Piazza Arsenale. Torre dell'Elefante (1307), identica alla Torre di San Pancrazio, anch'essa del Capula, vi si apre ancora oggi un portico che costituisce l'accesso a Castello da Ovest, quindi da Stampace. Torre dell'Aquila, sempre degli inizi del XIV secolo, inglobata oggi nel Palazzo Boyl, costituisce ancora oggi un accesso a Castello da Sud, dal quartiere Marina, tramite il Portico delle Grazie. Bastione di Saint Remy, tramite la sua scalinata monumentale collega direttamente Castello e Villanova; incorpora gli antichi bastioni della zecca e di Santa Caterina. Ex Caserma San Carlo, area nota come "Ghetto degli ebrei". Carcere di Buoncammino, casa circondariale della città per tutto il Novecento, fino alla chiusura datata 2014 Chiese Nel quartiere si contano attualmente sette chiese: la chiesa cattedrale, edificata dai pisani nel XIII secolo, la chiesa si presenta oggi carica delle testimonianze storico - artistiche che ogni secolo e ogni dominazione hanno voluto lasciarvi. Testimonianze dello stile gotico aragonese sono quattro chiese di Castello, edificate nel XVI secolo: la chiesa della Purissima; la chiesa di Santa Lucia; la chiesa della Madonna della Speranza, cappella gentilizia dei marchesi Aymerich di Laconi; la chiesa di Santa Maria del Monte, in passato oratorio della più antica confraternita di Cagliari, sciolta nel XIX secolo, è oggi sede del Sovrano militare ordine di Malta. Volta a crociera stellata nella chiesa di Santa Maria del Monte. Elemento architettonico tipico del gotico - aragonese, questo tipo di volta si trova anche nelle chiese della Purissima e di Santa Lucia Allo stile barocco fanno invece riferimento: la basilica di Santa Croce, dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro; la chiesa di San Giuseppe Calasanzio, anticamente chiesa degli scolopi. Si conserva ancora la memoria della non più esistente chiesa del monastero di Santa Caterina, distrutto alla fine del XIX secolo per fare posto all'attuale omonima scuola elementare. Sotto l'edificio scolastico si dovrebbe ancora trovare la cripta del monastero, dove le monache usavano seppellire le consorelle defunte. Poco lontano, sotto la pavimentazione della terrazza del bastione di Santa Caterina, in seguito a recenti scavi per lavori di manutenzione, sono stati ritrovati degli ambienti, probabilmente riferibili a un edificio chiesastico risalente al XIII secolo.[1] La panoramica sugli edifici religiosi del Castello di Cagliari non può concludersi senza fare riferimento ai due vasti complessi del Collegio Gesuitico, presso la basilica di Santa Croce, edificio settecentesco in parte utilizzato oggi dalla Facoltà di architettura dell'Università di Cagliari e del collegio degli Scolopi, edificio ottocentesco oggi sede del Liceo artistico statale Le vie Il quartiere si sviluppa sul classico schema detto a fuso, caratterizzante diversi quartieri e città di origine medioevale, con la cinta di mura e torri che stringe il nucleo abitato in corrispondenza delle estremità nord e sud. Le due estremità del Castello sono collegate tramite lunghe e strette strade, a loro volta connesse da vicoli e scalette. Il centro del Castello è percorso interamente dalla via Lamarmora, o La Marmora, intitolata al generale Alberto Ferrero della Marmora, che scende dalla piazza Indipendenza, a nord, passa per la centrale piazza Carlo Alberto e termina nel piccolo slargo di piazzetta Lamarmora, a sud. La via, denominata dai Pisani ruga mercatorum, prima di prendere l'attuale denominazione era conosciuta come via Dritta (nome che mantiene ancora in sardo: sa ruga deretta). L'antica ruga marinariorum, poi via dei Cavalieri e attualmente via Nicolò Canelles, intitolata al canonico che introdusse la tipografia in Sardegna nel XVI secolo, inizia anch'essa da piazza Indipendenza e termina al bastione di Santa Caterina (in sardo sa ruga de is caballerus nella parte alta e sa ruga de Santa Caterina nella parte bassa), mentre la più corta via Martini, antica ruga fabrorum, segue la linea dei palazzi sul lato est di piazza Indipendenza e conduce alla piazza Palazzo. Dal lato sud di piazza Palazzo partono due viuzze che conducono verso il bastione di Saint Remy, la via Duomo, un tempo conosciuta come via dei Pellicciai o via della Speranza (in sardo sa rugh'e sa Seu, ossia la via della Cattedrale), e la via del Fossario (antica area cimiteriale annessa alla Cattedrale; in sardo su Fossariu) che, superato un buio portico, offre un bel colpo d'occhio su un'ampia veduta panoramica della città. Altra importante direttrice del quartiere è la via dei Genovesi, accesso diretto al Castello da Stampace tramite la salita di via Porcell, e che termina nella piazzetta Lamarmora. Dalla via dei Genovesi, prima traversa a destra arrivando da via Porcell scende la via Santa Croce, l'antico vicus iudeorum, che costeggiando il bastione Santa Croce, conduce alla Torre dell'Elefante (in sardo, ancor oggi sa ruga de is giudìus). L'area del quartiere compresa tra via dei Genovesi e via Santa Croce, nel Medioevo quartiere ebraico, è caratterizzata dalle viuzze più anguste del Castello, una di queste denominata eloquentemente proprio via Stretta. In questa zona si trova anche la suggestiva via Corte d'Appello, ricoperta dalle crociere del portico dell'ex Collegio Gesuitico.
43 persone del luogo consigliano
Quartiere Castello
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Castello (Casteddu de Susu in sardo, trad. in italiano Castello Superiore) è il principale dei quattro quartieri storici della città di Cagliari. Sorge in posizione preminente, su un colle calcareo, a circa cento metri sul livello del mare. Popolarmente il quartiere è indicato senza l'articolo. Al quartiere ancora oggi si accede attraverso le antiche porte medievali, aperte nelle mura che ancora cingono gran parte del perimetro del Castello, isolandolo dal resto della città. Il Castello ospita attualmente importanti istituzioni, quali la Prefettura e l'aula Consiliare della Città Metropolitana di Cagliari nei locali del palazzo Reale, ubicato nella Piazza Palazzo. La Parrocchia del Castello è intitolata a santa Maria e cointitolata a Santa Cecilia e ha la sua sede nella Chiesa Cattedrale, la chiesa principale dell'Arcidiocesi di Cagliari, anch'essa nella Piazza Palazzo. Anche l'Università degli Studi di Cagliari ha in Castello la sua sede principale, nel palazzo settecentesco che ospita gli uffici del Rettorato. Fortificazioni La Torre dell'Elefante con la porta di accesso al quartiere da Stampace Torre di San Pancrazio (1305), dell'architetto Giovanni Capula, fa parte del sistema di fortificazioni realizzato dai Pisani; anticamente in questa torre si apriva, superato il fossato attraverso un ponte levatoio, la porta che costituiva l'accesso al quartiere da Nord - Est. Attualmente funge a tale scopo il portico del Palazzo delle Seziate, nella Piazza Arsenale. Torre dell'Elefante (1307), identica alla Torre di San Pancrazio, anch'essa del Capula, vi si apre ancora oggi un portico che costituisce l'accesso a Castello da Ovest, quindi da Stampace. Torre dell'Aquila, sempre degli inizi del XIV secolo, inglobata oggi nel Palazzo Boyl, costituisce ancora oggi un accesso a Castello da Sud, dal quartiere Marina, tramite il Portico delle Grazie. Bastione di Saint Remy, tramite la sua scalinata monumentale collega direttamente Castello e Villanova; incorpora gli antichi bastioni della zecca e di Santa Caterina. Ex Caserma San Carlo, area nota come "Ghetto degli ebrei". Carcere di Buoncammino, casa circondariale della città per tutto il Novecento, fino alla chiusura datata 2014 Chiese Nel quartiere si contano attualmente sette chiese: la chiesa cattedrale, edificata dai pisani nel XIII secolo, la chiesa si presenta oggi carica delle testimonianze storico - artistiche che ogni secolo e ogni dominazione hanno voluto lasciarvi. Testimonianze dello stile gotico aragonese sono quattro chiese di Castello, edificate nel XVI secolo: la chiesa della Purissima; la chiesa di Santa Lucia; la chiesa della Madonna della Speranza, cappella gentilizia dei marchesi Aymerich di Laconi; la chiesa di Santa Maria del Monte, in passato oratorio della più antica confraternita di Cagliari, sciolta nel XIX secolo, è oggi sede del Sovrano militare ordine di Malta. Volta a crociera stellata nella chiesa di Santa Maria del Monte. Elemento architettonico tipico del gotico - aragonese, questo tipo di volta si trova anche nelle chiese della Purissima e di Santa Lucia Allo stile barocco fanno invece riferimento: la basilica di Santa Croce, dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro; la chiesa di San Giuseppe Calasanzio, anticamente chiesa degli scolopi. Si conserva ancora la memoria della non più esistente chiesa del monastero di Santa Caterina, distrutto alla fine del XIX secolo per fare posto all'attuale omonima scuola elementare. Sotto l'edificio scolastico si dovrebbe ancora trovare la cripta del monastero, dove le monache usavano seppellire le consorelle defunte. Poco lontano, sotto la pavimentazione della terrazza del bastione di Santa Caterina, in seguito a recenti scavi per lavori di manutenzione, sono stati ritrovati degli ambienti, probabilmente riferibili a un edificio chiesastico risalente al XIII secolo.[1] La panoramica sugli edifici religiosi del Castello di Cagliari non può concludersi senza fare riferimento ai due vasti complessi del Collegio Gesuitico, presso la basilica di Santa Croce, edificio settecentesco in parte utilizzato oggi dalla Facoltà di architettura dell'Università di Cagliari e del collegio degli Scolopi, edificio ottocentesco oggi sede del Liceo artistico statale Le vie Il quartiere si sviluppa sul classico schema detto a fuso, caratterizzante diversi quartieri e città di origine medioevale, con la cinta di mura e torri che stringe il nucleo abitato in corrispondenza delle estremità nord e sud. Le due estremità del Castello sono collegate tramite lunghe e strette strade, a loro volta connesse da vicoli e scalette. Il centro del Castello è percorso interamente dalla via Lamarmora, o La Marmora, intitolata al generale Alberto Ferrero della Marmora, che scende dalla piazza Indipendenza, a nord, passa per la centrale piazza Carlo Alberto e termina nel piccolo slargo di piazzetta Lamarmora, a sud. La via, denominata dai Pisani ruga mercatorum, prima di prendere l'attuale denominazione era conosciuta come via Dritta (nome che mantiene ancora in sardo: sa ruga deretta). L'antica ruga marinariorum, poi via dei Cavalieri e attualmente via Nicolò Canelles, intitolata al canonico che introdusse la tipografia in Sardegna nel XVI secolo, inizia anch'essa da piazza Indipendenza e termina al bastione di Santa Caterina (in sardo sa ruga de is caballerus nella parte alta e sa ruga de Santa Caterina nella parte bassa), mentre la più corta via Martini, antica ruga fabrorum, segue la linea dei palazzi sul lato est di piazza Indipendenza e conduce alla piazza Palazzo. Dal lato sud di piazza Palazzo partono due viuzze che conducono verso il bastione di Saint Remy, la via Duomo, un tempo conosciuta come via dei Pellicciai o via della Speranza (in sardo sa rugh'e sa Seu, ossia la via della Cattedrale), e la via del Fossario (antica area cimiteriale annessa alla Cattedrale; in sardo su Fossariu) che, superato un buio portico, offre un bel colpo d'occhio su un'ampia veduta panoramica della città. Altra importante direttrice del quartiere è la via dei Genovesi, accesso diretto al Castello da Stampace tramite la salita di via Porcell, e che termina nella piazzetta Lamarmora. Dalla via dei Genovesi, prima traversa a destra arrivando da via Porcell scende la via Santa Croce, l'antico vicus iudeorum, che costeggiando il bastione Santa Croce, conduce alla Torre dell'Elefante (in sardo, ancor oggi sa ruga de is giudìus). L'area del quartiere compresa tra via dei Genovesi e via Santa Croce, nel Medioevo quartiere ebraico, è caratterizzata dalle viuzze più anguste del Castello, una di queste denominata eloquentemente proprio via Stretta. In questa zona si trova anche la suggestiva via Corte d'Appello, ricoperta dalle crociere del portico dell'ex Collegio Gesuitico.
La Marina è uno dei quattro quartieri storici di Cagliari. I suoi confini sono delimitati a nord dalle mura del Castello, a sud dalla via Roma (oltre la quale si trova il porto), a est dal viale Regina Margherita e ad ovest dal largo Carlo Felice. La Marina venne fondata dai pisani nel XIII secolo come zona destinata ad ospitare magazzini e dimore di quanti lavoravano presso il vicino porto di Cagliari. Denominato inizialmente come Lapola o La Pola (termine di significato incerto, il quale forse identificava una banchina o altra parte del porto e poi utilizzato per indicare l'intera area), il quartiere venne cinto da mura e bastioni, riammodernate in seguito dagli spagnoli e demolite a partire dalla seconda metà del XIX secolo per far posto ai tre importanti assi viari sopra citati. Dal XIV secolo, con la dominazione aragonese prima e spagnola in seguito, Marina crebbe come numero di abitanti e assunse sempre di più la connotazione di quartiere vivamente trafficato e animato da commerci, dove per lo più dimoravano mercanti e pescatori, e in cui sorsero numerose comunità rappresentanti delle terre e città con cui vi erano più stretti rapporti commerciali (ad esempio si ricorda una comunità di siciliani, che faceva capo alla chiesa di Santa Rosalia e quella dei genovesi, facente capo alla chiesa dei Santi Giorgio e Caterina). Oggi la Marina si presenta come un quartiere carico di storia, che cerca lentamente di trovare il giusto modo per valorizzare le sue bellezze, spesso messe in pericolo dall'incuria e il degrado, nonché dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e dalla speculazione edilizia del dopoguerra. La Marina vanta tra i suoi edifici quello che fu il primo ospedale di Cagliari, attivo con molta probabilità già nel XIII secolo. L'ospedale venne costruito, affiancato da una chiesa dedicata a sant'Antonio abate, lungo la strada oggi conosciuta come via Manno. La chiesa, riedificata nel XVIII secolo esiste ancora, collegata da un portico con l'edificio che ospitò l'ospedale fino al XIX secolo, quando questo venne trasferito nella nuova sede di Stampace, progettata da Gaetano Cima e ancora oggi in uso. L'ex ospedale della Marina venne riadattato, in parte per ricavarvi abitazioni private, mentre un'altra porzione venne utilizzata come scuola per diversi anni. Alberghi storici Anche i primi alberghi della città furono edificati nella Marina. Nel XIX secolo sorse in via Baylle l'Hotel du progres, così chiamato dal viaggiatore francese Edouard Delessert, che lo fotografò nel 1854. L'hotel, il cui fabbricato, seppur molto rimaneggiato, esiste ancora, ospitò nell'aprile del 1838 lo scrittore Honoré de Balzac. Nella seconda metà dell'Ottocento venne fondato la Scala di Ferro, celebre albergo edificato in stile neogotico sopra lo zoccolo dell'antico bastione di Nostra Signora del Monserrato, nel viale Regina Margherita. Nella struttura alloggiarono importanti ospiti, quali lo scrittore inglese David Herbert Lawrence, Totò e Carlo Levi. Palazzata di via Roma Nella via Roma si affaccia la nota serie di palazzi porticati, tra i quali si distinguono per imponenza il palazzo de La Rinascente, costruito tra gli anni 1925 - 1930 e il palazzo del Consiglio Regionale, controversa e contestata architettura risalente agli anni ottanta del XX secolo. Il Mercato vecchio Il Mercato Vecchio Nel marzo del 1886 venne inaugurato nel largo Carlo Felice il Mercato civico, progettato dall'ingegner Enrico Melis, allievo dell'architetto Cima. Prima di allora il mercato aveva sede, sempre nel largo, in baracche provvisorie. Il mercato, visitato da Lawrence nel 1921 e descritto nella sua opera Mare e Sardegna, era formato da due fabbricati distinti e separati da una strada, oggi detta via del Mercato Vecchio. L'edificio a monte, il principale, constava di un prospetto in cui si distinguevano tre avancorpi in trachite di Serrenti. Dall'avancorpo centrale, tramite un ampio arco trionfale, si accedeva all'interno, coperto da lastre di vetro rette da strutture portanti in ghisa e ferro. L'edificio minore era invece caratterizzato da un bel porticato, sostenuto da colonne doriche che reggevano una trabeazione decorata da metope e triglifi, realizzato in trachite di Serrenti. Il complesso del vecchio mercato venne demolito negli anni cinquanta del XX secolo, quando il comune di Cagliari cedette l'area ad alcune importanti banche, che edificarono, in luogo dello storico monumento, le loro sedi, nei palazzoni che si vedono ancora oggi. Resti del vecchio mercato (trasferito poi nell'attuale sede, nel quartiere San Benedetto) sono, in sito, uno dei tre avancorpi dell'edificio principale e alcune parti delle colonne dell'edificio porticato, poste nella piazza della chiesa della Vergine della Salute, al Poetto. I confini del quartiere sono delimitati a sud, est e ovest (a nord il confine sono le mura di castello) da tre importanti vie che, al modo dei boulevard parigini del barone Haussmann, dalla seconda dell'Ottocento sorsero al posto degli ampi spazi lasciati liberi dal graduale smantellamento della cinta fortificata. Nacquero così quelle che ancora oggi sono tra le strade più trafficate di Cagliari: il largo Carlo Felice, che separa Marina da Stampace, il viale Regina Margherita e soprattutto la via Roma, uno dei salotti della città, oltre la quale si trova il porto. Dalla via Roma salgono verso la parte alta del quartiere alcune strette viuzze, tra cui la via Barcellona, antica Carrer de Barcelona e la via Baylle, anticamente Carrer de Sanct Leonard. Parallele alla via Roma sono invece la via Sardegna, l'antica Carrer dels Sicilians, da sempre nota ai Cagliaritani per le numerose trattorie che vi si trovano e che spandono nell'aria l'odore dei tipici piatti a base di pesce, e la via Cavour, detta anticamente Carrer de Gésus, in sardo S'arrug'e Gésus, in quanto iniziava dalla Porta di Gesù, aperta nelle mura orientali (dove oggi si trova il viale Regina Margherita), e che a sua volta prendeva il nome dal vicino convento di Santa Maria di Gesù, che sorgeva, fino al 1718, nell'area oggi occupata dal complesso della ex Manifattura Tabacchi. La parte alta del quartiere è caratterizzata dalla via Manno, isola pedonale in cui si affacciano numerosi negozi, particolarmente di abbigliamento, che ne fanno una delle mete preferite per lo shopping a Cagliari. Anticamente detta Carrer de Sanct Anthoni ma anche, in sardo, S'arrug'e sa Costa o semplicemente Sa Costa, la via Manno presenta tra i suoi edifici importanti testimonianze di arte e storia, tra cui la chiesa di Sant'Antonio, con l'imponente cupola, e la casa in cui visse l'architetto Gaetano Cima, come ricorda la targa apposta al numero civico 4.
95 persone del luogo consigliano
Lapola
10 Vico Barcellona
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La Marina è uno dei quattro quartieri storici di Cagliari. I suoi confini sono delimitati a nord dalle mura del Castello, a sud dalla via Roma (oltre la quale si trova il porto), a est dal viale Regina Margherita e ad ovest dal largo Carlo Felice. La Marina venne fondata dai pisani nel XIII secolo come zona destinata ad ospitare magazzini e dimore di quanti lavoravano presso il vicino porto di Cagliari. Denominato inizialmente come Lapola o La Pola (termine di significato incerto, il quale forse identificava una banchina o altra parte del porto e poi utilizzato per indicare l'intera area), il quartiere venne cinto da mura e bastioni, riammodernate in seguito dagli spagnoli e demolite a partire dalla seconda metà del XIX secolo per far posto ai tre importanti assi viari sopra citati. Dal XIV secolo, con la dominazione aragonese prima e spagnola in seguito, Marina crebbe come numero di abitanti e assunse sempre di più la connotazione di quartiere vivamente trafficato e animato da commerci, dove per lo più dimoravano mercanti e pescatori, e in cui sorsero numerose comunità rappresentanti delle terre e città con cui vi erano più stretti rapporti commerciali (ad esempio si ricorda una comunità di siciliani, che faceva capo alla chiesa di Santa Rosalia e quella dei genovesi, facente capo alla chiesa dei Santi Giorgio e Caterina). Oggi la Marina si presenta come un quartiere carico di storia, che cerca lentamente di trovare il giusto modo per valorizzare le sue bellezze, spesso messe in pericolo dall'incuria e il degrado, nonché dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e dalla speculazione edilizia del dopoguerra. La Marina vanta tra i suoi edifici quello che fu il primo ospedale di Cagliari, attivo con molta probabilità già nel XIII secolo. L'ospedale venne costruito, affiancato da una chiesa dedicata a sant'Antonio abate, lungo la strada oggi conosciuta come via Manno. La chiesa, riedificata nel XVIII secolo esiste ancora, collegata da un portico con l'edificio che ospitò l'ospedale fino al XIX secolo, quando questo venne trasferito nella nuova sede di Stampace, progettata da Gaetano Cima e ancora oggi in uso. L'ex ospedale della Marina venne riadattato, in parte per ricavarvi abitazioni private, mentre un'altra porzione venne utilizzata come scuola per diversi anni. Alberghi storici Anche i primi alberghi della città furono edificati nella Marina. Nel XIX secolo sorse in via Baylle l'Hotel du progres, così chiamato dal viaggiatore francese Edouard Delessert, che lo fotografò nel 1854. L'hotel, il cui fabbricato, seppur molto rimaneggiato, esiste ancora, ospitò nell'aprile del 1838 lo scrittore Honoré de Balzac. Nella seconda metà dell'Ottocento venne fondato la Scala di Ferro, celebre albergo edificato in stile neogotico sopra lo zoccolo dell'antico bastione di Nostra Signora del Monserrato, nel viale Regina Margherita. Nella struttura alloggiarono importanti ospiti, quali lo scrittore inglese David Herbert Lawrence, Totò e Carlo Levi. Palazzata di via Roma Nella via Roma si affaccia la nota serie di palazzi porticati, tra i quali si distinguono per imponenza il palazzo de La Rinascente, costruito tra gli anni 1925 - 1930 e il palazzo del Consiglio Regionale, controversa e contestata architettura risalente agli anni ottanta del XX secolo. Il Mercato vecchio Il Mercato Vecchio Nel marzo del 1886 venne inaugurato nel largo Carlo Felice il Mercato civico, progettato dall'ingegner Enrico Melis, allievo dell'architetto Cima. Prima di allora il mercato aveva sede, sempre nel largo, in baracche provvisorie. Il mercato, visitato da Lawrence nel 1921 e descritto nella sua opera Mare e Sardegna, era formato da due fabbricati distinti e separati da una strada, oggi detta via del Mercato Vecchio. L'edificio a monte, il principale, constava di un prospetto in cui si distinguevano tre avancorpi in trachite di Serrenti. Dall'avancorpo centrale, tramite un ampio arco trionfale, si accedeva all'interno, coperto da lastre di vetro rette da strutture portanti in ghisa e ferro. L'edificio minore era invece caratterizzato da un bel porticato, sostenuto da colonne doriche che reggevano una trabeazione decorata da metope e triglifi, realizzato in trachite di Serrenti. Il complesso del vecchio mercato venne demolito negli anni cinquanta del XX secolo, quando il comune di Cagliari cedette l'area ad alcune importanti banche, che edificarono, in luogo dello storico monumento, le loro sedi, nei palazzoni che si vedono ancora oggi. Resti del vecchio mercato (trasferito poi nell'attuale sede, nel quartiere San Benedetto) sono, in sito, uno dei tre avancorpi dell'edificio principale e alcune parti delle colonne dell'edificio porticato, poste nella piazza della chiesa della Vergine della Salute, al Poetto. I confini del quartiere sono delimitati a sud, est e ovest (a nord il confine sono le mura di castello) da tre importanti vie che, al modo dei boulevard parigini del barone Haussmann, dalla seconda dell'Ottocento sorsero al posto degli ampi spazi lasciati liberi dal graduale smantellamento della cinta fortificata. Nacquero così quelle che ancora oggi sono tra le strade più trafficate di Cagliari: il largo Carlo Felice, che separa Marina da Stampace, il viale Regina Margherita e soprattutto la via Roma, uno dei salotti della città, oltre la quale si trova il porto. Dalla via Roma salgono verso la parte alta del quartiere alcune strette viuzze, tra cui la via Barcellona, antica Carrer de Barcelona e la via Baylle, anticamente Carrer de Sanct Leonard. Parallele alla via Roma sono invece la via Sardegna, l'antica Carrer dels Sicilians, da sempre nota ai Cagliaritani per le numerose trattorie che vi si trovano e che spandono nell'aria l'odore dei tipici piatti a base di pesce, e la via Cavour, detta anticamente Carrer de Gésus, in sardo S'arrug'e Gésus, in quanto iniziava dalla Porta di Gesù, aperta nelle mura orientali (dove oggi si trova il viale Regina Margherita), e che a sua volta prendeva il nome dal vicino convento di Santa Maria di Gesù, che sorgeva, fino al 1718, nell'area oggi occupata dal complesso della ex Manifattura Tabacchi. La parte alta del quartiere è caratterizzata dalla via Manno, isola pedonale in cui si affacciano numerosi negozi, particolarmente di abbigliamento, che ne fanno una delle mete preferite per lo shopping a Cagliari. Anticamente detta Carrer de Sanct Anthoni ma anche, in sardo, S'arrug'e sa Costa o semplicemente Sa Costa, la via Manno presenta tra i suoi edifici importanti testimonianze di arte e storia, tra cui la chiesa di Sant'Antonio, con l'imponente cupola, e la casa in cui visse l'architetto Gaetano Cima, come ricorda la targa apposta al numero civico 4.
Stampace (Stampaxi in sardo campidanese) è uno dei quattro quartieri storici della città di Cagliari. Il quartiere, situato nel centro storico cittadino, a Ovest del Castello di Cagliari, venne fondato dai Pisani nel XIII secolo e da essi dotato di un modesto sistema di fortificazione (di cui resta la torre dello Sperone). Dalla fondazione Stampace è stato un quartiere abitato prevalentemente da mercanti, artigiani e piccolo borghesi, sino a perdere gradualmente questa caratterizzazione con l'avvicinarsi dell'epoca contemporanea. Stampace confina ad ovest con il "borgo", oggi quartiere, di Sant'Avendrace, in passato una delle zone più periferiche e povere della città. Grande importanza storica e artistica hanno i numerosi siti archeologici ubicati nell'area di Stampace e Sant'Avendrace, testimonianze della Cagliari dei Punici e dei Romani, oltre alle tracce, poche, della capitale giudicale di Santa Igia, nella zona confinante con lo stagno di Santa Gilla. Il quartiere era già abitato in età romana, come è testimoniato da molte strutture rinvenute appartenenti a quel periodo: il foro, sotto l'attuale piazza del Carmine; il tempio di Via Malta; le terme, nella zona di viale Trieste; la necropoli di Tuvixeddu, a Sant'Avendrace; il quartiere borghese (del quale fa parte la "villa di Tigellio"), l'anfiteatro romano. Fino all'Unità d'Italia Stampace era protetto da un cinta muraria di età pisana. Successivamente, con l'espansione della città al di fuori delle antiche mura, si decise di abbattere le mura di Stampace, insieme a quelle di Marina e Villanova. L'unica parte delle mura superstite è la torre dello Sperone, a fianco della chiesa omonima. In piazza Yenne, all'imbocco dell'odierna via Manno, c'era la Porta Stampace che fu demolita nel 1856. Nei documenti d'epoca viene chiamata anche Porta Marina e Porta San Giorgio. Accanto alla Porta vi era il bastione di San Francesco, che occupava parte dell'odierno largo Carlo Felice. Durante i bombardamenti del 1943 a Stampace vennero aperti molti rifugi, come quello nella cripta di Santa Restituta, il rifugio di via Don Bosco e l'ospedale san Giorgio in viale Merello, nel cortile della sede della Croce Rossa Italiana, dalla quale era gestito. Il 17 febbraio 1943 all'ingresso del rifugio di Santa Restituta morirono quasi 200 persone, tra le quali anche il pittore Tarquinio Sini, mentre cercavano disperatamente di aprire una delle due entrate per mettersi al riparo, poiché non era venuto nessuno ad aprire con le chiavi. Da quella volta si decise che i rifugi dovevano rimanere sempre aperti. Monumenti e luoghi di interesse Siti archeologici L'Anfiteatro Romano Palazzo Civico Ipogei presso le chiese di Santa Restituta e di Sant'Efisio Anfiteatro romano di Cagliari Villa di Tigellio Architetture religiose Chiesa collegiata di Sant'Anna, parrocchia del quartiere, del XVIII secolo. È sita in via Azuni. Chiesa di Sant'Efisio, dedicata al santo più venerato di Cagliari. Si trova in via Sant' Efisio. Chiesa di Santa Restituta del XVII secolo. Vi si accede tramite una piazzetta tra via Santa Restituta e Via Sant'Efisio. Chiesa di San Michele, in stile barocco. Si trova sulla cima di via Azuni. Chiesa dei Santi Lorenzo e Pancrazio o della Madonna del Buoncammino, del XIII secolo, in stile Romanico con rifacimenti del XVIII secolo. Si trova in viale Buoncammino. Chiesa di Nostra Signora del Carmine, del XVII secolo, riedificata nel secondo dopoguerra. Si trova in viale Trieste. Chiesa di San Pietro dei Pescatori, del XIII secolo, in stile Romanico - Gotico. Si trova in viale Trieste. Chiesa di Santa Chiara, fondata nel XIII secolo, ricostruita in stile barocco nel XVII secolo. Si trova in cima alle scalette di Santa Chiara. Convento e Chiesa dei Frati Cappuccini, importante centro di spiritualità, vi si venerano le spoglie di Sant'Ignazio da Laconi e del Beato Nicola da Gesturi. Si trova in Viale Fra Ignazio. Cripta di Sant'Agostino, ovvero ciò che resta di una chiesa del XV secolo, costruita su un edificio più antico, distrutta e riedificata nel quartiere Marina alla fine del XVI secolo. Si trova nel Largo Carlo Felice, e vi si accede dal Palazzo Accardo. Chiesa della Santissima Annunziata, seconda parrocchia di Stampace, del XVII secolo, molto rimaneggiata. Si trova alla fine del Corso Vittorio Emanuele. Rovine della Chiesa di San Francesco, in stile gotico, abbattuta verso la fine del XIX secolo in seguito ai danni causati da un incendio e dan un fulmine che aveva colpito il campanile. Il portale è stato conservato nella Chiesa di Nostra Signora di Bonaria, mentre i resti del chiostro si conservano in via Mameli. Qui visse fino alla sua morte (avvenuta intorno al 1510) donna Violante Carroz, contessa di Quirra, come atto di pentimento per aver fatto uccidere un suo prete che operava contro i suoi voleri. Architettura civile Palazzo Civico, della fine del XIX secolo e inizi del XX secolo. Realizzato in via Roma, su progetto di Annibale Rigotti, ospita al suo intero varie opere di artisti sardi come Filippo Figari. Ospedale Civile San Giovanni di Dio, imponente edificio della metà del XIX secolo, in stile neoclassico, opera dell'architetto cagliaritano Gaetano Cima. Dall'ingresso in facciata, decorato da sei imponenti colonne, si accede all'atrio, dove si trovano le statue raffiguranti i benefattori dell'ospedale, al centro dell'edificio. Al primo piano la cappella, dedicata a san Giovanni di Dio, a pianta circolare, coperta da una cupola emisferica affrescata. Dall'atrio e dalla cappella centrali si sviluppano a raggiera diversi corridoi, con alte volte a botte, che conducono ai reparti. L'edificio, pur essendo un monumento rilevante dal punto di vista architettonico e storico, è ancora utilizzato come ospedale. Villette o case a due piani di viale Trento, in stile liberty (in particolare nel tratto con una sola corsia, dove si trova il palazzo Merello). Palazzi di via Pola, in stile Razionalista. Nel quartiere a palazzine centenarie, si alternano palazzi costruiti nel dopoguerra, testimoni dei bombardamenti del 1943. Un esempio è il palazzo multipiani all'angolo tra il Largo Carlo Felice e il Corso. Palazzo della Regione Sardegna, di Ubaldo Badas, in viale Trento. Palazzo della Banca di Roma, in piazza Yenne. Viabilità principale Le principali arterie del quartiere sono: Corso Vittorio Emanuele II, in parte pedonale, dove si possono trovare ristoranti tipici, librerie, oreficerie, la Stazione dei Carabinieri ed altro; Viale Trieste, importante e trafficata arteria cittadina che unisce piazza del Carmine al borgo di Sant'Avendrace. Vi sono situati diversi uffici comunali e regionali; Viale Trento, dove si trovano diverse villette liberty, il Teatro Massimo e il Liceo Classico "Siotto"; ogni domenica vi si tiene un mercato delle pulci; Largo Carlo Felice, con la statua del sovrano, la passeggiata e le banche. Inoltre fino agli anni cinquanta del Novecento, vi era anche il grande mercato alimentare.
27 persone del luogo consigliano
Stampace
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Stampace (Stampaxi in sardo campidanese) è uno dei quattro quartieri storici della città di Cagliari. Il quartiere, situato nel centro storico cittadino, a Ovest del Castello di Cagliari, venne fondato dai Pisani nel XIII secolo e da essi dotato di un modesto sistema di fortificazione (di cui resta la torre dello Sperone). Dalla fondazione Stampace è stato un quartiere abitato prevalentemente da mercanti, artigiani e piccolo borghesi, sino a perdere gradualmente questa caratterizzazione con l'avvicinarsi dell'epoca contemporanea. Stampace confina ad ovest con il "borgo", oggi quartiere, di Sant'Avendrace, in passato una delle zone più periferiche e povere della città. Grande importanza storica e artistica hanno i numerosi siti archeologici ubicati nell'area di Stampace e Sant'Avendrace, testimonianze della Cagliari dei Punici e dei Romani, oltre alle tracce, poche, della capitale giudicale di Santa Igia, nella zona confinante con lo stagno di Santa Gilla. Il quartiere era già abitato in età romana, come è testimoniato da molte strutture rinvenute appartenenti a quel periodo: il foro, sotto l'attuale piazza del Carmine; il tempio di Via Malta; le terme, nella zona di viale Trieste; la necropoli di Tuvixeddu, a Sant'Avendrace; il quartiere borghese (del quale fa parte la "villa di Tigellio"), l'anfiteatro romano. Fino all'Unità d'Italia Stampace era protetto da un cinta muraria di età pisana. Successivamente, con l'espansione della città al di fuori delle antiche mura, si decise di abbattere le mura di Stampace, insieme a quelle di Marina e Villanova. L'unica parte delle mura superstite è la torre dello Sperone, a fianco della chiesa omonima. In piazza Yenne, all'imbocco dell'odierna via Manno, c'era la Porta Stampace che fu demolita nel 1856. Nei documenti d'epoca viene chiamata anche Porta Marina e Porta San Giorgio. Accanto alla Porta vi era il bastione di San Francesco, che occupava parte dell'odierno largo Carlo Felice. Durante i bombardamenti del 1943 a Stampace vennero aperti molti rifugi, come quello nella cripta di Santa Restituta, il rifugio di via Don Bosco e l'ospedale san Giorgio in viale Merello, nel cortile della sede della Croce Rossa Italiana, dalla quale era gestito. Il 17 febbraio 1943 all'ingresso del rifugio di Santa Restituta morirono quasi 200 persone, tra le quali anche il pittore Tarquinio Sini, mentre cercavano disperatamente di aprire una delle due entrate per mettersi al riparo, poiché non era venuto nessuno ad aprire con le chiavi. Da quella volta si decise che i rifugi dovevano rimanere sempre aperti. Monumenti e luoghi di interesse Siti archeologici L'Anfiteatro Romano Palazzo Civico Ipogei presso le chiese di Santa Restituta e di Sant'Efisio Anfiteatro romano di Cagliari Villa di Tigellio Architetture religiose Chiesa collegiata di Sant'Anna, parrocchia del quartiere, del XVIII secolo. È sita in via Azuni. Chiesa di Sant'Efisio, dedicata al santo più venerato di Cagliari. Si trova in via Sant' Efisio. Chiesa di Santa Restituta del XVII secolo. Vi si accede tramite una piazzetta tra via Santa Restituta e Via Sant'Efisio. Chiesa di San Michele, in stile barocco. Si trova sulla cima di via Azuni. Chiesa dei Santi Lorenzo e Pancrazio o della Madonna del Buoncammino, del XIII secolo, in stile Romanico con rifacimenti del XVIII secolo. Si trova in viale Buoncammino. Chiesa di Nostra Signora del Carmine, del XVII secolo, riedificata nel secondo dopoguerra. Si trova in viale Trieste. Chiesa di San Pietro dei Pescatori, del XIII secolo, in stile Romanico - Gotico. Si trova in viale Trieste. Chiesa di Santa Chiara, fondata nel XIII secolo, ricostruita in stile barocco nel XVII secolo. Si trova in cima alle scalette di Santa Chiara. Convento e Chiesa dei Frati Cappuccini, importante centro di spiritualità, vi si venerano le spoglie di Sant'Ignazio da Laconi e del Beato Nicola da Gesturi. Si trova in Viale Fra Ignazio. Cripta di Sant'Agostino, ovvero ciò che resta di una chiesa del XV secolo, costruita su un edificio più antico, distrutta e riedificata nel quartiere Marina alla fine del XVI secolo. Si trova nel Largo Carlo Felice, e vi si accede dal Palazzo Accardo. Chiesa della Santissima Annunziata, seconda parrocchia di Stampace, del XVII secolo, molto rimaneggiata. Si trova alla fine del Corso Vittorio Emanuele. Rovine della Chiesa di San Francesco, in stile gotico, abbattuta verso la fine del XIX secolo in seguito ai danni causati da un incendio e dan un fulmine che aveva colpito il campanile. Il portale è stato conservato nella Chiesa di Nostra Signora di Bonaria, mentre i resti del chiostro si conservano in via Mameli. Qui visse fino alla sua morte (avvenuta intorno al 1510) donna Violante Carroz, contessa di Quirra, come atto di pentimento per aver fatto uccidere un suo prete che operava contro i suoi voleri. Architettura civile Palazzo Civico, della fine del XIX secolo e inizi del XX secolo. Realizzato in via Roma, su progetto di Annibale Rigotti, ospita al suo intero varie opere di artisti sardi come Filippo Figari. Ospedale Civile San Giovanni di Dio, imponente edificio della metà del XIX secolo, in stile neoclassico, opera dell'architetto cagliaritano Gaetano Cima. Dall'ingresso in facciata, decorato da sei imponenti colonne, si accede all'atrio, dove si trovano le statue raffiguranti i benefattori dell'ospedale, al centro dell'edificio. Al primo piano la cappella, dedicata a san Giovanni di Dio, a pianta circolare, coperta da una cupola emisferica affrescata. Dall'atrio e dalla cappella centrali si sviluppano a raggiera diversi corridoi, con alte volte a botte, che conducono ai reparti. L'edificio, pur essendo un monumento rilevante dal punto di vista architettonico e storico, è ancora utilizzato come ospedale. Villette o case a due piani di viale Trento, in stile liberty (in particolare nel tratto con una sola corsia, dove si trova il palazzo Merello). Palazzi di via Pola, in stile Razionalista. Nel quartiere a palazzine centenarie, si alternano palazzi costruiti nel dopoguerra, testimoni dei bombardamenti del 1943. Un esempio è il palazzo multipiani all'angolo tra il Largo Carlo Felice e il Corso. Palazzo della Regione Sardegna, di Ubaldo Badas, in viale Trento. Palazzo della Banca di Roma, in piazza Yenne. Viabilità principale Le principali arterie del quartiere sono: Corso Vittorio Emanuele II, in parte pedonale, dove si possono trovare ristoranti tipici, librerie, oreficerie, la Stazione dei Carabinieri ed altro; Viale Trieste, importante e trafficata arteria cittadina che unisce piazza del Carmine al borgo di Sant'Avendrace. Vi sono situati diversi uffici comunali e regionali; Viale Trento, dove si trovano diverse villette liberty, il Teatro Massimo e il Liceo Classico "Siotto"; ogni domenica vi si tiene un mercato delle pulci; Largo Carlo Felice, con la statua del sovrano, la passeggiata e le banche. Inoltre fino agli anni cinquanta del Novecento, vi era anche il grande mercato alimentare.
Villanova (Biddanoa in sardo) è uno dei quattro quartieri storici di Cagliari, fondato nel XIII secolo ai piedi del versante est del colle su cui sorge Castello. I primi abitanti del quartiere furono i contadini del vicino campidano che intrattenevano relazioni commerciali con la città. Villanova nacque quando questi contadini decisero di stabilirsi più vicini a Cagliari, in modo da averne agevolazione nella loro attività. Fino ai primi decenni del XX secolo, l'origine agricola del quartiere era rivelata anche dai numerosi orti e dalle vigne che lo circondavano. Tra 1616 ed il 1680 vi risiedette Giovanni Angelo Puxeddu, il più grande pittore e scultore sardo del XVII Secolo. Il quartiere oggi si presenta con la sua parte vecchia, situata tra la via Garibaldi e il terrapieno di viale Regina Elena, caratterizzata da semplici abitazioni, che si sviluppano su uno o due piani, diverse chiese e numerose botteghe, e la parte più recente, attraversata dalla centrale e trafficata via Sonnino, con i palazzi, sorti a partire dagli anni '30 del '900, che hanno gradualmente occupato le campagne, in cui sorgevano isolati alcuni importanti monumenti, come la basilica di San Saturnino e la circostante necropoli, oggi circondati dal viavai caotico della città moderna. Villanova è sede di due importanti arciconfraternite, impegnate in maniera particolare nei riti della settimana santa cagliaritana. Architetture religiose La basilica di San Saturnino, dedicata al patrono di Cagliari, è la chiesa più antica della città e una delle più antiche della Sardegna Basilica di San Saturnino, in piazza San Cosimo, è la chiesa più antica della città, fondata nel V secolo e in seguito rimaneggiata. Chiesa di San Giacomo, in piazza San Giacomo, è la parrocchia collegiata di Villanova, risalente al XV secolo. Chiostro di San Domenico, insieme alla cripta è ciò che resta della vecchia chiesa di San Domenico, gioiello dell'architettura gotico - catalana, andata distrutta in seguito ai bombardamenti del 1943. Chiesa di San Domenico, chiesa moderna costruita sui resti di quella distrutta. Chiesa di San Giovanni, in via San Giovanni, è sede dell'arciconfraternita della Solitudine. Oratorio del Santissimo Crocifisso, in piazza San Giacomo, è la sede dell'arciconfraternita del Santissimo Crocifisso. Oratorio delle Anime Chiesa di San Cesello, in via San Giovanni, anticamente sede del Gremio dei Bottai. Chiesa di San Mauro Chiesa di San Rocco, nella omonima piazza, in origine chiesetta campestre sede del Gremio dei Lattai. Chiesa di San Vincenzo de Paoli Chiesa di San Lucifero, nella piazza omonima, edificio seicentesco sede della parrocchia della Beata Vergine del Rimedio.
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Villanova
32 Via Vincenzo Sulis
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Villanova (Biddanoa in sardo) è uno dei quattro quartieri storici di Cagliari, fondato nel XIII secolo ai piedi del versante est del colle su cui sorge Castello. I primi abitanti del quartiere furono i contadini del vicino campidano che intrattenevano relazioni commerciali con la città. Villanova nacque quando questi contadini decisero di stabilirsi più vicini a Cagliari, in modo da averne agevolazione nella loro attività. Fino ai primi decenni del XX secolo, l'origine agricola del quartiere era rivelata anche dai numerosi orti e dalle vigne che lo circondavano. Tra 1616 ed il 1680 vi risiedette Giovanni Angelo Puxeddu, il più grande pittore e scultore sardo del XVII Secolo. Il quartiere oggi si presenta con la sua parte vecchia, situata tra la via Garibaldi e il terrapieno di viale Regina Elena, caratterizzata da semplici abitazioni, che si sviluppano su uno o due piani, diverse chiese e numerose botteghe, e la parte più recente, attraversata dalla centrale e trafficata via Sonnino, con i palazzi, sorti a partire dagli anni '30 del '900, che hanno gradualmente occupato le campagne, in cui sorgevano isolati alcuni importanti monumenti, come la basilica di San Saturnino e la circostante necropoli, oggi circondati dal viavai caotico della città moderna. Villanova è sede di due importanti arciconfraternite, impegnate in maniera particolare nei riti della settimana santa cagliaritana. Architetture religiose La basilica di San Saturnino, dedicata al patrono di Cagliari, è la chiesa più antica della città e una delle più antiche della Sardegna Basilica di San Saturnino, in piazza San Cosimo, è la chiesa più antica della città, fondata nel V secolo e in seguito rimaneggiata. Chiesa di San Giacomo, in piazza San Giacomo, è la parrocchia collegiata di Villanova, risalente al XV secolo. Chiostro di San Domenico, insieme alla cripta è ciò che resta della vecchia chiesa di San Domenico, gioiello dell'architettura gotico - catalana, andata distrutta in seguito ai bombardamenti del 1943. Chiesa di San Domenico, chiesa moderna costruita sui resti di quella distrutta. Chiesa di San Giovanni, in via San Giovanni, è sede dell'arciconfraternita della Solitudine. Oratorio del Santissimo Crocifisso, in piazza San Giacomo, è la sede dell'arciconfraternita del Santissimo Crocifisso. Oratorio delle Anime Chiesa di San Cesello, in via San Giovanni, anticamente sede del Gremio dei Bottai. Chiesa di San Mauro Chiesa di San Rocco, nella omonima piazza, in origine chiesetta campestre sede del Gremio dei Lattai. Chiesa di San Vincenzo de Paoli Chiesa di San Lucifero, nella piazza omonima, edificio seicentesco sede della parrocchia della Beata Vergine del Rimedio.